[Test] Cannondale SuperSix Evo Neo 2

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Cannondale presenta oggi la sua nuova e-Road, la SuperSix Evo Neo. Abbiamo deciso di trattare questa tipologia di bici elettriche qui su Ebike-Mag, visto che questo sito è pensato per i mezzi a pedalata assistita delle categorie mountain bike e bici da corsa. Non per niente qualche settimana fa il nome è stato cambiato da Emtb a Ebike Mag.

L’azienda statunitense ha già a catalogo una e-Road, la Synapse Neo, una bici basata sulla propria Endurance. Con la SuperSix (S6) Evo Neo completano la propria gamma proponendo una bici più “race” per impostazione e geometrie.

La S6 Neo è costruita praticamente attorno allo stesso telaio della versione normale.

Le caratteristiche sono totalmente invariate, dal profilo delle tubazioni al peso del telaio alle geometrie.

Il motore, un Mahle X35 da 250W, è infatti al mozzo.

Le differenze visibili sul telaio sono quindi la presa di ricarica sopra il movimento centrale e l’interruttore per l’accensione/spegnimento sopra l’orizzontale.

La batteria è interna al tubo obliquo, ma vi è la possibilità di estenderne l’autonomia grazie ad una batteria esterna a forma di borraccia, da 208Wh, dal peso di 1,64kg, portando la capacità totale a 460Wh. La batteria interna è estraibile dall’apposito vano posto sotto il movimento centrale. Sarà necessario smontare quest’ultimo per toglierna dal tubo obliquo, ma è un’operazione pensata per essere fatta solo quando la batteria è alla fine della sua vita utile, non per ricaricarla in casa.

I montaggi proposti sono tre, tutte proposte con lo stesso telaio e motore. Cambiano i componenti, la trasmissione e le ruote. 

I prezzi ed i pesi dichiarati sono di 8999eu (11,3kg) per la Neo 1; 5499eu (12,44kg) per la Neo2 e 4100eu (12,4kg) per la Neo3.

Abbiamo avuto la possibilità di provare la versione intermedia, la Neo 2, montata con trasmissione Shimano Ultegra DI2, componenti Knot, e ruote FSA in alluminio. Il cui peso da noi rilevato è di 12,53kg.

Set up

Grazie all’app gratuita Ebikemotion è facile controllare il livello di carica della batteria e settare i tre livelli di assistenza a seconda delle proprie esigenze. Di più non bisogna fare, la bici è pronta all’uso, e tramite il bottone posto sul tubo orizzontale si sceglie l’assistenza desiderata.

L’app riporta tutte le informazioni più importanti su un’unica schermata. Per chi è solito mettere lo smartphone sul manubrio è di sicuro interessante, per chi preferisce avere un Garmin o un apparecchio simile purtroppo non esiste un’app di Ebikemotion su Garmin Connect IQ. Voci di corridoio dicono che l’app Ebike Field funzioni, non l’abbiamo però provata.

Personalmente metto solo Garmin o simili sul manubrio e ho trovato scomodo dover tirare fuori il telefono per avere informazioni precise sulla carica della batteria.

Sul campo

Avendo provato un motore simile non molto tempo fa, il Fazua, sono rimasto piuttosto sorpreso dalla potenza del Mahle Ebikemotion. Già dal livello intermedio di assistenza la spinta è notevole e sono riuscito a fare 1000 metri di dislivello in salita praticamente con un battito cardiaco che mi permetteva di parlare senza il fiatone. Non solo, alla fine del giro avevo oltre il 40% di carica residua, usando appunto solo l’assistenza “media” e quella più potente su una rampa di circa 100 metri di dislivello.

La differenza fra i livelli di assistenza impostati di fabbrica è netta, il ritardo fra quando si pigia il bottone e quando il motore aumenta la potenza è quasi nullo. Certo, la posizione del bottone obbliga a staccare una mano dal manubrio, d’altro canto le sue dimensioni generose lo rendono facile da trovare, anche con i guanti invernali.

Il motore posto sul mozzo posteriore ha il grande vantaggio di non ingombrare il tubo piantone e di lasciare così immutato il fattore Q fra SuperSix classica ed elettrificata, ha però una resistenza che si sente quando si smette di pedalare, dovuta ai magneti posti al suo interno. In parole povere, il mozzo non è così scorrevole come quello di una bici classica. La sua tendenza a frenare si nota chiaramente e l’ho trovata fastidiosa.

Per tenere in sede la ruota posteriore ci sono due bulloni che richiedono una brugola da 8mm per essere allentati in caso si buchi e sia necessario cambiare la camera d’aria. Operazione, questa, che necessita anche di staccare il copricavo posto sotto il fodero basso sinistro per poter sganciare il cavo di alimentazione del motore dallo spinotto che lo collega alla batteria. Altrimenti non sarà possibile togliere la ruota.

La distribuzione dei pesi è piuttosto equilibrata, fra la batteria nel tubo obliquo e il motore nel mozzo posteriore. In curva si nota il posteriore pesante, soprattutto in fase di impostazione e quando si affrontano curve in sequenza. Rispetto ad una bici normale è necessario impostare la linea un po’ prima, per il resto la posizione in sella è neutrale e mi sono sentito subito a mio agio. Dalle foto si vede che il dislivello manubrio-sella potrebbe essere aumentato, previo taglio del cannotto della forcella. Visto il passaggio “interno” dei cavi, che vanno a nascondersi nel tubo sterzo, non è possibile semplicemente spostare i distanziali da sotto a sopra l’attacco manubrio per spostarlo più in basso. Il tubo sterzo è comunque molto basso, quindi sarà impossibile fare a meno di tutti i distanziali.

Una bici da 12kg paga pegno nei rilanci quando non si ha assistenza, cioé oltre i 25 km/h. In pianura, una volta lanciata, tiene bene la scia dei compagni di uscite. Se si è da soli ci si rende presto conto che la SuperSix Neo non è stata pensata per lunghi giri in piano, visto che non si va a sfruttarne la peculiarità, cioé la spinta del motore, e paga pegno per il peso di oltre 12 kg.

A proposito di motore, il Mahle è piuttosto silenzioso e reagisce con misurazione alla spinta sui pedali del ciclista, non divenendo mai brusco se si usa l’assistenza bassa o quella media. Diventa più scattante invece nella modalità “turbo”, anche se non direi che è difficile da controllare.

La ricarica completa richiede circa 4 ore, la presa è situata sopra il movimento centrale in una posizione facilmente raggiungibile.

Conclusioni

La SuperSix Evo Neo farà sicuramente gola ai ciclisti che hanno bisogno di assistenza per fare giri con dislivello, grazie al telaio praticamente identico alla versione non motorizzata. La posizione in sella è la stessa, mentre guidabilità e reattività sono quelle di una bici da 12 kg. D’altro canto il motore Mahle è sufficientemente silenzioso e potente da far accettare i compromessi richiesti se si pedala una bici da corsa elettrica.

Cannondale.com

Commenti

  1. CORSARO:

    si ma c'è il peso della top di gamma e basta.... sonasegaioperfareunparagoneconlabicicheaveteprovato..... come se fosse antani
    conta che io non ho provato la versione classica, quindi non saprei farti un paragone. Però nel test di quella elettrica mi pare ci siano tutti gli elementi per capirne le differenze
  2. Suppongo che la differenziazione abbia motivi più meramente pratici e commerciali che ideologici.
    Con un portale dedicato si possono convogliare con maggior precisione e quantità sia articoli tecnici, test e news che banner pubblicitari dedicati all'elettrico, raggiungendo quindi la platea corretta e accontentando quindi gli sponsor paganti e gli utenti destinatari degli stessi banner, a vantaggio di entrambi.
    E mettere pubblicità del mondo elettrico in mezzo ai muscolari... questo sì che scatenerebbe una guerra santa sul forum marrone!! :-D
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