[Test] Cannondale Moterra AM 2 - EBIKE MAG

[Test] Cannondale Moterra AM 2

Cannondale produce e-mtb da alcuni anni ma finora si era limitata a dei modelli front, con la Moterra entra prepotentemente nel mercato con una gamma più completa, e lo fa a modo suo. Sì perchè tutto si può dire di questa bici tranne che passi inosservata, come da tradizione del marchio. Tutto il progetto ruota attorno alla ricerca di maggiore manegevolezza, andando a migliorare due aspetti critici comuni a molte ebike, ovvero la lunghezza del carro e il baricentro.

Analisti statica

Una della peculiarità della Moterra è quella di avere un carro di soli 443 mm, misura che risulta decisamente corta nel panorama ebike. Per ottenere questo risultato Cannondale, oltre a ruotare il motore, ha utilizzato dei mozzi con battuta da 157mm e contemporaneamente spostato la linea catena di 6 mm verso l’esterno, permettendo così un posizionamento ottimale degli infulcri della sospensione.

Il baricentro è stato abbassato posizionando la batteria nella parte anteriore bassa del tubo obliquo, e proteggendo la stessa con una protezione in gomma chiamata bat strap. E’ presente inoltre una pellicola protettiva su tutta la batteria per evitare graffi dovuti alla ghiaia. Questo, unito a delle geometrie “moderne”, è stato studiato da Cannondale per avere una bici stabile, compatta e maneggevole, vedremo in seguito se l’obiettivo è stato raggiunto.

La bici da noi testata è la Moterra AM2, la medio gamma del catalogo all-mountain con escursione di 130mm sia anteriore che posteriore. All’anteriore troviamo una forcella Rock Shox Yari RC, mai in difficoltà nell’uso AM e che grazie agli steli da 35mm di diametro non ha mai evidenziato grosse flessioni. Assorbe bene sia i piccoli urti che i gradoni senza mai mettere in difficoltà il biker.

Il posteriore è affidato ad un Rock Shox Monarch R Debonair che, coadiuvato dalle gomme plus, ho trovato molto sensibile ai piccoli urti, ma forse un po’ limitato per una guida più aggressiva.

Il gruppo trasmissione è uno Shimano SLX 11v shadow plus affiancato ad una cassetta sunrace 11/42, mentre come guarnitura troviamo la classica coroncina da 15 denti presente sui motori Bosch, con la peculiarità di avere i denti spostati di 6mm verso l’esterno, scelta dovuta per avere una linea catena ottimale anche con il mozzo da 157mm.

L’impianto frenante è uno shimano SLX con dischi da 180mm e pastiglie metalliche IceTech che nei nostri test si è rivelato sempre adeguato alla tipologia di bici, anche in lunghe discese il cui fondo ghiacciato rendeva necessario contenere l’andatura. Il test è stato effettuato a temperature tra i -5° e i +5°C.

La am2 viene fornita con mozzi formula 110x15QR anteriore, 157×12 posteriore, raggi Dt Swiss Champion e cerchi WTB Scraper i45, sui quali sono montate delle Schwalbe Nobby Nic Snakeskin da 2.8, gomme ottime per un uso misto anche se all’anteriore avrei messo qualcosa di più aggressivo, dato un paio di scivolate di troppo.

Completano la dotazione una sella Fabric Scoop Elite che richiama i colori del telaio, abbinata ad un reggisella telescopico KS lev Integra con comando remoto e passaggio interno del cavo, con escursione che va dai 100mm per la taglia S ai 150 della taglia L/XL passando per i 125 della taglia M.

Salita

Può una bici pensata per essere efficiente in discesa esserlo anche in salita? La risposta è sì: testata su rampe con pendenza di oltre il 30% e fondo molto sconnesso, l’anteriore non si è mai alleggerito troppo consentendomi di mantenere sempre il pieno controllo del mezzo, aiutato anche dalle gomme plus che hanno sempre mantenuto aderenza anche con assistenza elettrica massima. Se dovessi trovare un difetto direi che i rapporti sono troppo lunghi (ricordiamo che il motore moltiplica per 2.5, quindi un 15T equivale ad un ipotetico 37.5T). Su percorsi che fareste con un mtb non elettrica probabilmente non ve ne accorgereste nemmeno, se invece siete soliti affrontare salite con pendenze elevate noterete che il rapporto minimo tende a farvi salire un po troppo veloci richiedendo uno sforzo muscolare maggiore. Ribadisco che per un uso normale tutto ciò si avverte poco.

Discesa

Punto forte di questa bici è la guidabilità: in discesa è sempre stabile e precisa, i piccoli ostacoli si superano senza battere ciglio, nonostante il peso di oltre 22Kg la bici è sempre reattiva e nei cambi di direzione non si fatica più di tanto. Caricando l’anteriore si ha una direzionalità ottima, a patto di tenere a mente i limiti della gomma montata che non è pensata per un uso troppo aggressivo. Ho effettuato anche un test su una strada innevata con 5-10cm di neve fresca e fondo cementato/sterrato in parte ghiacciato sul quale sono inevitabili delle perdite di aderenza secche, tuttavia sono sempre riuscito a riprenderla senza mai cadere e senza faticare più di tanto anche a velocità prossime ai 45km/h.

Motore

Il motore è l’ormai collaudato Bosch Performance Line Cx con display Intuvia e powerpack da 500wh. Sono presenti i canonici 4 livelli di assistenza ovvero

  • Turbo con assistenza massima del 300% e coppia massima disponibile di 75 nm
  • Sport con assistenza massima del 210% e coppia massima disponibile di 60 nm
  • Tour   con assistenza massima del 120% e coppia massima disponibile di 50 nm
  • Eco   con assistenza massima del 50% e coppia massima disponibile di 40 nm

In tutti e quattro la massima cadenza supportata è di 120 rpm.

Personalmente ritengo che tale unità abbia due facce, ovvero se utilizzata mantenendo una cadenza costante e con il corretto rapporto ha un comportamento meno invasivo e più docile (perlomeno nelle due modalità di assistenza più basse) e questo permette di coprire dei dislivelli importanti con una sola batteria.  Quantificare il dislivello possibile è difficile in quanto i fattori determinanti sono molteplici, diciamo che un ciclista un po’ allenato di 75/80kg in una giornata non troppo fredda e su fondi compatti può raggiungere i 2000D+, ovviamente mettendoci del suo.

Il discorso cambia se non si fa molta attenzione alla cadenza o al rapporto inserito, specie alle assistenze più alte, in questo caso il motore sembra sempre accelerare facendovi andare magari più veloci di quanto volete e ovviamente consumando di più. Questo potrebbe far storcere il naso a chi viene da una mtb ed entra per la prima volta nel mondo delle ebike reputandolo troppo invasivo: sono punti di vista e ritengo che non ci sia un modo giusto e uno sbagliato. È però nei saliscendi o in situazioni che necessitano di frequenti rilanci che il motore dà il meglio di sé: anche con assistenza eco/tour bastano un paio di pedalate date con vigore e subito la bici prende velocità senza per forza dover agire sui rapporti.

Integrazione parte elettrica

Le e-mtb stanno vivendo negli ultimi due anni una netta evoluzione dal lato integrazione motore e batteria, il sistema Bosch non prevede tuttavia batterie con forme customizzate quindi i produttori che lo adottano si stanno sbizzarrendo per integrarla al meglio. Cannondale ha scelto di posizionarla sotto all’obliquo e davanti al motore per due ragioni: la prima, come già detto, per abbassare il baricentro della bici e la seconda per permettere a una bici full di avere il portaborraccia. Il risultato risulta forse un po’ pesante come linee e discontinuo, non avendo usato carter per raccordare il tutto, ma gli obiettivi che si era prefissata sono stati raggiunti. Tuttavia la batteria in quella posizione a fine giro è spesso molto sporca e specie in giornate molto fredde andare a sganciare il Bat-strap per rimuoverla non è proprio un operazione immediata. Qualcuno potrebbe obiettare che la batteria è esposta ai sassi, durante 3-4 sassate le ha prese ma non ci sono segni evidenti sul case plastico.

La parte comandi è affidata al classico controller + display Intuvia, i tasti per variare assistenza si trovano sempre facilmente senza distogliere lo sguardo dalla strada, tuttavia li ho trovati un po troppo sensibili tanto che mi è capitato un paio di volte su terreno accidentato di premere due volte anziché una, con il risultato di variare di due step l’assistenza. Il display è rimasto invariato e permette di visualizzare le seguenti informazioni

  • livello di assistenza
  • velocità
  • stato batteria
  • barra di assorbimento

Con un pulsante (i) si può scegliere tra visualizzazione orario, km fatti, km parziali e autonomia residua stimata. Manca purtroppo la cadenza di pedalata, utile per far girare il motore a regimi ottimali che consentono un risparmio di batteria.

Conclusioni

Nel complesso la Moterra am2 si è dimostrata una bici versatile adatta a molteplici usi, ideale sia per neofiti e sia per chi ha più esperienza e capacità tecniche, con un montaggio bilanciato e senza criticità. Non mi ha convinto molto il sistema di sgancio batteria. L’estetica è particolare, come sempre quando si parla di Cannondale.

Prezzo: 4.999 Euro

Moterra AM 1: 5.999 Euro
Moterra AM 3: 3.999 Euro

Cannondale

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