[Test] Pivot Shuttle - EBIKE MAG

[Test] Pivot Shuttle

Pivot è un marchio americano fondato da Chris Cocalis nel 2007, ha sede in Arizona e ha svelato al pubblico la sua prima Ebike durante Eurobike 2017: la Shuttle.

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Grazie alla disponibilità di Pivot Cycles, del distributore per l’Italia Andrea Bruno di Tribe Distribution e di Oddone Bici di Finale Ligure, siamo riusciti ad averla a nostra disposizione per circa un mese, facendogli percorrere circa 400km su e giù per i trail dei comprensori Savonesi di Finale Ligure, Giustenice, Pietra Ligure e Loano.

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In sintesi

Materiale telaio: Carbonio
Formato ruote: 27.5 × 2.8 Plus
Geometrie variabili: No
Corsa ant/post: 150/140 mm
Mozzo posteriore: 157×12 super boost
Mozzo anteriore: 110×15 boost
Trasmissione: 1×11 (34t – 11/46)
Attacco Portaborraccia: No
Motore e batteria: Shimano Steps E8000/ standard integrata 504Wh
Peso rilevato: 20.52kg taglia M, senza pedali, pneumatici tubeless con lattice.

Analisi Statica

Telaio e carro sono in carbonio con leveraggi di attuazione della sospensione in alluminio.

Il motore Shimano è ancorato superiormente al triangolo principale e protetto nella parte inferiore da una piastra in carbonio che lo integra perfettamente nelle linee del telaio. La batteria standard da 504 Wh è fissata ad un coperchio, anch’esso in carbonio, avvitato saldamente alla parte inferiore del tubo obliquo con otto bulloncini, che la rende assolutamente invisibile all’interno del telaio, pur essendo una batteria nata per essere montata esternamente. Tramite due piccole finestrelle si può accedere facilmente sia alla presa per la ricarica che all’interruttore per l’accensione del motore.

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La bici si presenta con una livrea totalmente opaca di un accattivante blu intenso e parti nere carbonio, con grafiche a contrasto in giallo fluo, che caratterizzano anche forcella, ammortizzatore e cerchi. Un insieme molto gradevole, sportivo ma senza risultare troppo appariscente.

Subito si nota l’estrema cura nei dettagli costruttivi, fra i quali spiccano i passaggi cavo totalmente integrati, sia nel triangolo principale che nel carro, che donano maggiore pulizia generale, le ampie protezioni dedicate sia per il tubo obliquo, motore e fodero posteriore in gomma dura stampata sagomata, e per finire, una piastrina in acciaio inox lucidato a specchio con funzione di antirisucchio. Non manca anche un funzionale guidacatena montato superiormente alla corona.

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Reparto sospensioni e reggisella telescopico sono marchiati Fox.

A comandare la sospensione posteriore troviamo il top di gamma Fox Float Factory DPX2 200×51 legacy con trattamento Kashima coat e tuning specifico per Ebike. Ha una leva in tre posizioni per modificare la comprensione: open – medium – firm, un’ulteriore regolazione della comprensione alle basse velocità quando la leva è nella posizione open e il controllo del ritorno. Pratico l’indicatore del SAG per le regolazioni preliminari.

La sospensione DW Link, una costante in casa Pivot,  lavora in maniera molto fluida e sensibile sui piccoli urti, filtrando molto le asperità del terreno, diventando molto progressiva nella seconda parte di corsa. In pedalata risulta sempre attiva, quindi meglio chiudere l’ammortizzatore quando si percorrono tratti di strada dal fondo molto scorrevole.

La forcella Fox 36 Factory 150 mm, anche questa con trattamento Kashima e tuning specifico per Ebike, beneficia delle stesse regolazioni descritte per l’ammortizzatore,  spicca per sensibilità e progressione, lavorando in perfetto accordo con la sospensione posteriore. La rigidità dell’insieme ci permette di mantenere le traiettorie impostate con facilità e precisione.

Il reggisella telescopico Fox Transfer con passaggio interno del cavo ha una leva che non interferisce con il comando remoto delle assistenze del motore Shimano, il cui azionamento è sempre morbido e preciso, ed ha 150mm di travel.

Ottima la sella WTB con personalizzazione Pivot, una delle più comode mai provate!

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Il reparto trasmissione è affidato a Shimano: troviamo un gruppo completo XT Di2 ad azionamento elettronico, collegato direttamente alla batteria principale che lavora in simbiosi con il sistema motore. Tramite il dispay possiamo effettuare eventuali regolazioni e visulalizzare costantemente il rapporto innestato. Il cambio risponde rapidamente agli input del rider ed è possibile effettuare cambiate multiple semplicemente tenendo premuto il tasto desiderato. Personalmente avrei preferito i tasti di azionamento invertiti, è comunque possibile accedere a questa funzione tramite l’applicazione e-tube direttamente dallo smartphone per modificarne la logica.

La cassetta pignoni XT con rapporti 11/46, abbinata alla corona da 34t anteriore, ci permette di affrontare salite molto ripide e di pedalare a circa 40kmh con una cadenza di 90rpm.

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Le ruote sono state create appositamente da DT SWISS per la Shuttle, sono delle EB1550 con serigrafie dedicate, mozzi 240s da 110×15 (boost anteriore) e 157/12 (super boost) posteriore, con raggi a testa dritta e cerchi da 27.5″ con canale interno da 40mm. Da segnalare l’estrema facilità di montaggio e tallonatura delle gomme di serie. Un insieme che spicca per scorrevolezza, confort e affidabilità.

A fermare la bici ci pensano una coppia di freni Shimano XT con rotori ice tech da 203 mm anteriore e 180 posteriore. Mi sono piaciuti per ergonomia della leva e per modularità,  anche la potenza è di buon livello ma non estrema.

L’allestimento originale prevede il montaggio di una coppia di Maxxis  Rekon+ da 2.8″, ma sull’esemplare in test era montata all’anteriore una Maxxis Minion DHF sempre da 2,8″. Il carro posteriore e la forcella sono compatibili con ruote da 29″ fino a 2.5″ di larghezza.

Circa a metà test ho inserito all’interno delle gomme una coppia di ABS Roc, che mi hanno permesso di abbassare la pressione di gonfiaggio ottenendo maggior grip, aumentare il sostegno, evitare stallonature e proteggere i cerchi dagli impatti con il terreno.

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Il cockpit è composto da prodotti marchiati Pivot Phoenix, manubrio in carbonio da 780 mm con manopole personalizzate e attacco manubrio in alluminio di dimensioni generose.

Il display del motore è posizionato accanto all’attacco manubrio in posizione ben protetta, lasciando spazio al posizionamento di eventuali accessori come luci o computer.

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La Shuttle è equipaggiata con un sistema motore/batteria Shimano Steps E8000, con batteria da 504Wh.

Il motore ha 4 livelli di assistenza selezionabili dal manubrio più la funzione walk assist:

  1. Off – Nessuna assistenza da parte del motore, display con tutte le funzioni visualizzabili e soprattutto cambio elettronico attivo. A motore totalmente spento il cambio non funziona.
  2. Eco – Buon supporto per affrontare salite di media pendenza, con una buona progressione, può risultare eccessivo per alcuni rider.
  3. Trail – Dopo l’ultimo aggiornamento questa modalità è adattiva, si nota una maggiore progressione e prontezza all’aumentare della spinta sui pedali.
  4. Boost – massima spinta da utilizzarsi solo in presenza di pendenze estremamente elevate, con il settaggio base risulta piuttosto brusca e soffre di un evidente trascinamento quando si smette di pedalare.

Dall’applicazione possiamo regolare le modalità Trail e Boost singolarmente, su tre livelli, per adattare meglio la risposta del motore alle nostre esigenze. Purtroppo non ho potuto modificare questi parametri, in quanto non mi è stata fornita la password per accedere dallo smartphone con l’applicazione dedicata.

Grazie alla leva fisica di attivazione, il walk assist funziona egregiamente, spinge con vigore anche in presenza di fondi accidentati e sdrucciolevoli, senza stancare troppo la mano che deve tenere premuta la leva. Ho notato che durante l’utilizzo della funzione walk assist, il cambio elettronico non funziona, non è quindi possibile cambiare rapporto accompagnando la bici.

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Geometrie e prezzo

Su questa Shuttle nulla è lasciato al caso, l’estrema cura progettuale si nota anche nelle geometrie che potremmo definire moderne e performanti. Tra tutte, spicca la lunghezza del carro posteriore di soli 437 mm, misura estremanente compatta se consideriamo che è possibile montare anche la ruota da 29″, e che trasmette alla bici una particolare maneggevolezza durante la percorrenza delle curve più strette, con una ruota posteriore che segue facilmente le traiettorie impostate dall’anteriore. L’angolo sella di 74° ci porta ad una posizione in sella centrata, che ci aiuta nelle salite più ripide, l’angolo sterzo di “soli” 65.8° e il passo di quasi 1210mm ci assicureranno la stabilità necessaria per far correre la Shuttle in tutta sicurezza, senza reazioni improvvise o indesiderate. Il reach di 445mm abbinato ad uno stack di 612mm ci portano ad una posizione di guida sicura e ben caricata sul manubrio. La luce a terra è sufficente per superare la maggior parte degli ostacoli senza interferenze, raramente ho battuto i pedali a terra nei passaggi più critici.

La bici è disponibile in quattro taglie da S a XL, per adattarsi a rider alti da 162cm a oltre 193cm. La Shuttle è presente in un’unica colorazione ed un solo allestimento al prezzo di 9.999€. Potete trovare i manuali tecnici, il dettaglio dei componenti montati e altre informazioni sulla pagina dedicata cliccando qui.

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In azione

Appena impugnato l’ampio manubrio della Shuttle ho avuto subito una sensazione di controllo, la posizione di guida moderatamente allungata e caricata sull’anterioreha messo in luce le doti di questa bici. Difficile coniugare maneggevolezza e stabilità, nella Shuttle ho trovato entrambe le cose, stabile e rassicurante nei tratti veloci, rapida e intuitiva nei tratti tortuosi. In pedalata risulta scorrevole e poco stancante, merito della sospensione attiva che asseconda ogni asperità del terreno disperdendo una quantità minima di energia,  e del peso globale della bici che si attesta intorno ai 21kg in ordine di marcia, sicuramente la più leggera che io abbia mai provato.

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Salita

Grazie ad una modalità ECO particolarmente spinta e progressiva ed alla possibilità di bloccare le sospensioni, le salite scorrevoli vengono superate con un minore dispendio di energie ad una velocità superiore alla media. Questo aspetto verrà apprezzato specialmente dai rider meno allenati fisicamente.

Per affrontare rampe molto ripide, è necessario mantenere una posizione centrale che aiuti a scaricare a terra tutta la coppia prodotta dall’unità giapponese, mantenendo una pedalata rotonda, che ci consenta di rimanere nel range ottimale del motore che va dalle 75 alle 105 pedalate al minuto.

Le manovre su sentieri tecnici e tortuosi risulteranno facilitate dalla compattezza del carro e dal passo contenuto, coaudiuvati da un equilibrio generale a basse velocità e dalla erogazione controllata e progressiva in modalità Trail, che ci assisterà senza metterci in difficoltà.

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Discesa

Un vero piacere condurre questa Shuttle su trail veloci e scorrevoli, le sospensioni e le gomme seguono alla perfezione il terreno portando tenuta e stabilità ai massimi livelli, la guida risulta precisa e rilassata in ogni frangente; meglio lasciarla scorrere cercando gli appoggi naturali o artificiali offerti dal terreno, sfruttando il grip e la direzionalità del collaudato Maxxis Minion DHF 2.8″ gonfiato a 0.8 bar con l’ausilio di ABS ROC, piuttosto che forzare manovre al limite, con una guida sporca, stancante e alla lunga meno redditizia.

Affrontando trail tecnici ed impegnativi a velocità sostenute, si ha sempre una sensazione di stabilità e controllo, in nessun frangente ho notato reazioni scomposte o imprevedibili, anzi la confidenza offerta da un progetto estremanente bilanciato, mi ha permesso di alzare i miei limiti superando in scioltezza ostacoli che in passato mi avevano messo in apprensione.

La sospensione posteriore, con ammortizzatore settato secondo le indicazioni della casa, si comporta da vera incassatrice, ben sostenuta a metà corsa ed estremamente progressiva a fine corsa, non va mai in crisi, letteralmente si mangia tutto quello che passa sotto alle ruote, salti con atterraggi piatti compresi. La sensazione è quella di avere una sospensione dalla corsa infinita, ben più ampia dei 140mm dichiarati alla ruota.

L’estrema stabilità in velocità non penalizza particolarmente la maneggevolezza nei tratti lenti e tortuosi, ma di certo non la rende una delle più fulminee nei rapidi cambi di direzione.

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Autonomia

Ormai assodato che l’unità Shimano non è da ritenersi tra le più efficenti in termini di autonomia, solo con un attento utilizzo dei livelli di assistenza avremo percorrenze adeguate a portare al termine le uscite più impegnative. Più volte ho dovuto rallentare il mio ritmo per risparmiare la batteria e concludere l’uscita con ancora l’ausilio del motore. Con il mio utilizzo tipo, sono riuscito comunque a concludere giri di oltre 50 km, con un dislivello massimo di circa 1350mt D+ misurati con Garmin Edge 520.

Da segnalare che la modalità ECO di Shimano ha un’assistenza piuttosto alta, che ci farà stancare meno in salita, ma consumerà più velocemente la batteria. Attenzione a non fare troppo affidamento né all’indicazione dell’autonomia residua (gamma), né al livello batteria visualizzato sul display: specialmente le ultime due tacche non hanno la stessa progressione di scarica rispetto alle prime. Ho verificato lo stesso comportamento con entrambe le batterie che avevo a disposizione.

Se siete soliti portare con voi una seconda batteria e sostituirla durante l’uscita, mettete in conto che per questa operazione ci vuole un pochino di pazienza, bisognerà togliere ben otto bulloncini per aprire il coperchio e altri due per sganciare la batteria dal supporto.

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Problemi riscontrati durante il test

Niente di rilevante, solo una leggera bozzatura al cerchio posteriore accaduta prima del montaggio di ABS ROC e una foratura allo pneumatico posteriore causata da una roccia appuntita. Ritengo il Maxxis Rekon+ non particolarmente robusto per un uso intensivo su terreni impegnativi.

Inizialmente il cambio posteriore era impreciso, è bastata però una regolazione fine per ottenere un funzionamento impeccabile.

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Conclusioni

Pivot fa centro al primo colpo: la Shuttle è una bici estremamente polivalente, frutto di geometrie pensate sia per un uso spinto che per andature meno impegnative, adatta sia a rider in evoluzione che a rider esperti che ricercano una tuttofare per godersi al massimo le proprie uscite. Un progetto riuscito sotto tutti i punti di vista, curato nei minimi dettagli sia tecnici che estetici, una bici esclusiva e blasonata, non alla portata di tutte le tasche.

La Shuttle è una di quelle bici che ti invogliano a uscire, esplorare, pedalare, alzare i propri limiti, pedalarla per ore ed ore… fino a quando la batteria si esaurisce!

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Ed ora cliccate questo link per vedere la Pivot Shuttle in azione nelle sapienti mani di un campione come Andrea Bruno!

Pivot Cycles

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