[Test] Thok Mig + motore Shimano Steps E8000 - EBIKE MAG

[Test] Thok Mig + motore Shimano Steps E8000

Lo scorso novembre un nuovo marchio si è affacciato sul mercato delle e-mtb, ve ne abbiamo parlato in questo articolo di presentazione. A fine luglio, Stefano Migliorini ci ha invitato a visitare la sede Thok presso nuovo stabilimento di Tcn group ad Alba (CN).

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Non me lo sono fatto ripetere due volte, e sono andato a trovarlo.

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Tcn group opera in vari settori: meccanico, tessile e alimentare con più sedi produttive, Thok è stata una nuova sfida, che questi imprenditori piemontesi, spinti dalla passione e dalla pluriennale esperienza di Stefano Migliorini nel settore MTB, hanno voluto intraprendere.

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Tcn group ha messo a disposizione dei tecnici Thok macchine e operatori per creare i primi prototipi e ne condivide magazzino,  logistica e amministrazione.

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Showroom Thok

 

Il design definitivo della Mig invece è stato affidato allo staff di D-Perf del noto Aldo Drudi. Rispetto al primo prototipo è stata cambiata la posizione della batteria per concentrare le masse verso il basso e per creare lo spazio per il portaborraccia, tanto amato dai racer e tornato molto di moda ultimamente.

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Primo prototipo ancora senza motore

 

Le Mig e le Mig R vengono prodotte e assemblate a Taiwan, mentre il modello Limited Edition, prodotto in soli 20 esemplari, è stato assemblato direttamemte in sede ed è ormai sold out sul sito.

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Mig limited edition Tony Bou

 

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Non convenzionale è la politica intrapresa per la distribuzione. Se vorrete acquistare una Mig, lo potrete fare solo direttamente online sul loro sito, scegliendo la consegna tramite un negozio convenzionato vicino a voi che la preparerà, o se preferite, direttamente a casa vostra. Sul territorio nazionale e anche all’estero, stanno nascendo i Thok Point, negozi che metteranno a disposizione degli appassionati la possibilità di vedere e di provare le Mig prima dell’acquisto.

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Stefano Migliorini con la Mig protagonista del test

In occasione della visita ho ricevuto una Mig per un test approfondito da effettuarsi sui miei sentieri di casa, per poter spremere al massimo e nelle condizioni piu varie questa bici dall’indole molto sportiva. In un paio di settimane a mia disposizione sono riuscito a fare oltre 250km sui trail finalesi e pietresi.

In sintesi

Materiale telaio: Alluminio
Formato ruote: 27.5 Plus
Geometrie variabili: No
Corsa ant/post: 150/140mm
Mozzo posteriore: 148×12
Mozzo anteriore: 110×15
Interasse ammortizzatore: Metrico (210x55mm)
Trasmissione: 1×11 (34t – 11-42)
Attacco per deragliatore: No
Attacco portaborraccia: Si
Motore e batteria: Shimano E8000 250W / Non integrata 504Wh

Analisi Statica

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Telaio in alluminio,  dalla forma allungata nella parte anteriore, per ospitare sotto al tubo obliquo opportunamente schiacciato la batteria standard Shimano in una posizione inedita, che dona alla bici un look personale, molto distintivo. La vernicatura di un grigio scuro metallizzato opaco si è rivelata molto robusta e gradevole, accostata ai particolari rossi dal richiamo racing. Passaggio cavi completamente interno al triangolo principale, molto ben curato, con una piastrina blocca cavo all’ingresso. Meno raffinato il passaggio cavi in prossimità del motore, con una vistosa guaina di protezione. Il sensore di velocità è in posizione classica a metà fodero destro con magnete sul raggio.

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Il motore è ben protetto da una piastra che lo avvolge interamente, che si raccorda perfettamente con la robusta protezione batteria in materiale plastico, ancorata fermamente al telaio da una cinghia in gomma con logo Thok. Una bella protezione in gomma avvolge il fodero orizzontale destro, proteggendolo dalle frustate della catena, aiutando anche a rendere più silenziosa la discesa sui trail più scassati.

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Lo schema di sospensione posteriore è un classico quadrilatero con giunto Horst, che Thok ha chiamato APS, comandato da un ammortizzatore RockShox Deluxe R posizionato orizzontalmente sotto al top tube, per creare lo spazio per un comodo portaporraccia in posizione classica. L’ammortizzatore non dispone di blocco,  l’unica regolazione esterna riguarda il controllo del ritorno. I tecnici Thok consigliano un SAG del 25%, che ho trovato corretto  per una guida sportiva/aggressiva. La sospensione risulta essere sufficentemente progressiva, sono arrivato a fondocorsa solo in rari casi.

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All’anteriore troviamo una forcella RockShox Yari Rc con corsa 150mm,  per ruota plus con battuta per mozzi boost, con registro del ritorno e compressione fino al bloccaggio. Una forcella semplice, sufficentemente rigida e dimensionata per un uso spinto, l’idraulica non è all’altezza della sorella maggiore Lyrik, pecca un po’ di sensibilità e scorrevolezza.

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Il cockpit è formato da prodotti marchiati Thok, dalle dimensioni spiccatamente racing. Il manubrio é largo 780 mm con unrise di 20mm e diametro 35mm, abbinato ad un  attacco manubrio estremanente corto e rigido. Manopole con un solo anello di bloccaggio con un buon grip.

Oltre a freni, dovremo trovare il posizionamento ottimale per il comando del reggisella telescopico, il comando remoto dell’assistenza motore e il comando del cambio. Il display dalle dimensioni minimali rimane ben protetto dalla piega del manubrio, in una posizione quasi centrale, molto ben visibile.

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Il gruppo NX a 11v, entry level di casa SRAM, è stato scelto per equipaggiare la Mig. Il cambio è provvisto di frizione e di blocco per facilitare l’operazione di smontaggio ruota, prevede una cassetta 11/42 con ruota libera standard e un comando con collare integrato. Le pedivelle invece sono Shimano con corona da 34 denti (bcd104) e guidacatena superiore. La cambiata risulta precisa e immediata, ottima per essere un gruppo economico, il cambio era nuovo, ma il resto della trasmissione aveva parecchi chilometri.

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I freni provengono dal catalogo Shimano, sono i Deore con dischi da 203mm e pastiglie sinterizzate sia all’anteriore che al posteriore. La frenata è risultata potente e modulabile, diventano rumorosi se molto stressati in frenate prolungate. Non ho mai sentito la necessità di freni più potenti.

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Le ruote di serie sono Novatec come da specifiche tecniche, ma la bici in test era equipaggiata con delle Sun Ringlé Düroc 40 (584×36 mm) con cerchio in alluminio,  montate con gomme Maxxis da 2.8″, una Rekon tr 3c al posteriore,  scorrevole, ma un pochino carente in tenuta laterale, e Minion DHR all’anteriore, con una tassellatura molto aggressiva che non ha mai dimostrato incertezze a qualunque angolo di piega. Le ruote erano traformate tubeless e ho potuto utilizzare tranquillamente una pressione di 1.4 bar al posteriore e 1.1 bar all’anteriore.

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Fa parte della dotazione di serie anche il reggisella telescopico marchiato Thok,  con un comando remoto dall’azionamento molto morbido e un funzionamento impeccabile.

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La bici test, in taglia M, senza pedali, con gomme latticizzate e ruote non standard pesa 22.85kg. La batteria 2630 grammi.

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Geometria

La Mig è un bici racing, un purosangue amante della velocità. Le geometrie lo dimostrano: angolo sterzo da 66°, carro da 450mm, reach moderni ma non esasperati, abbinati ad attacco manubrio corto e manubrio da 780mm.

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Gamma e prezzi

La gamma attualmente disponibile è composta da 2 modelli che variano sostanzialmente solo per alcuni componenti montati.

Mig (bici in test) 3990€ + s.s.

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Mig R 4990€ + s.s.

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Motore Shimano E8000

Vorrei approfondire velocemente il comportamento dell’unità Shimano studiata espressamente per le e-Mountain bike.

Punti forti:

  • Le dimensioni ridotte e corona di dimensioni classiche permettono lo studio di foderi corti e un migliore posizionamento dei fulcri senza sacrificare i cinematismi. Batteria da 504Wh, anch’essa di dimensioni contenute, con un aggancio al telaio ad espulsione laterale.
  • Il display a colori, molto visibile in ogni condizione di luce e fissato al manubrio in una posizione protetta, ci fornisce varie informazioni, tra le quali anche la cadenza di pedalata. Può essere collegato via Bluetooth ad uno smartphone per installare futuri aggiornamenti, che consentiranno una personalizzazione delle mappature.
  • Walk Assist, funzionante anche se non particolarmente veloce, facilmente attivabile tenendo premuta una leva del comando delle assistenze.
  • Feedback fisico e bip sonoro durante le cambiate.
  • Modalità eco molto potente, su strade non particolarmente ripide, spinge oltre le aspettative.
  • Modalità Trail molto progressiva in fase iniziale di spinta, quasi una tuttofare quando ci si trova su trail impegnativi.
  • Range di pedalata molto ampio, si superano agevolmente i 100rpm senza cali percepibili di spinta.
  • Attrito quasi nullo a motore spento.

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Punti deboli

  • Pulsante di accensione posizionato solo sulla batteria. In alcuni casi, potrebbe risultare scomodo da raggiungere
  • Comando delle assistenze dalle dimensioni invadenti, potrebbe condizionare il posizionamento del remoto del reggisella telescopico e la giusta ergonomia delle leve dei freni.
  • Il pulsante per cambiare la visualizzazione delle informazioni è posizionato sulla cornice del display e ci costringe a togliere una mano dal manubrio per premerlo.
  • Manca l’indicazione della batteria residua in percentuale.
  • Modalità Boost eccessivamente scorbutica, quasi inutilizzabile in ambito fuoristrada sportivo.
  • Rumore di stacco alla soglia dei 25kmh, più avvertibile con assistenze alte.
  • Il motore continua a spingere per qualche istante dopo che si è smesso di pedalare, fastidioso in alcune situazioni e molto stressante per la trasmissione fase di cambio rapporto.
  • Se si accende il motore tenendo il piede sul pedale, inesorabilmente comparirà l’errore W13, che vi costringerà a ripetere la procedura di accensione.
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Errore W013

Un’unità buona, con un grande potenziale, che ancora necessita di sviluppi software per migliorarne l’esperienza d’uso.

Probabilmente, gli imminenti aggiornamenti annunciati da Shimano ci daranno la possibilità di gestire al meglio le caratteristiche del motore secondo le nostre personali esigenze.

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Tutte le schermate informazioni del display

In azione

In sella si nota subito la vocazione corsaiola della Mig: si percepisce immediatamente una sensazione di controllo dovuto ad un manubrio largo e alle geometrie spinte ma non estreme, che ci fanno sentire subito a nostro agio.

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Salita

Ottima pedalabilità sullo scorrevole. Nonostante l’ammortizzatore non bloccabile, non si percepiscono particolari oscillazioni, si sale veloci anche in eco accompagnati dal sibilo del motore e dal rumore di rotolamento della generosa tassellatura delle gomme plus montate, ma presto ci si abitua.

Messa alla prova su trail ripidi dal fondo infido, bisogna impegnarsi nella guida per tenere a bada l’esuberanza del motore nella modalità boost, cercando di limitare gli alleggerimenti dell’avantreno per mantenere la necessaria direzionalità. La sensazione è di avere un angolo sterzo maggiormente disteso rispetto al dichiarato.

La Rekon non ha nel grip la sua dote migliore, ma trovata la giusta pressione, non delude quasi mai.

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Discesa

La Mig nasce per questo. È una bici veloce, stabile ma allo stesso tempo maneggevole, va guidata in maniera aggressiva per ottenerne il massimo. La posizione bassa del manubrio, abbinata ad un rise non particolarmente accentuato, ci porta a caricare molto l’avantreno, specialmente in ingresso di curva il rider più sportivo la butterà dentro senza mezzi termini e la Mig manterrà linee precise a velocità da far lacrimare gli occhi. Sullo scassato assorbe bene le asperità, nonostastante le sospensioni non siano particolarmente raffinate e dotate di escursioni generose.

La posizione di guida avanzata potrebbe creare qualche difficoltà sui salti presi a bassa velocità, la tendenza dell’anteriore a scendere velocemente dopo lo stacco potrebbe farci prendere qualche spavento, l’atterraggio sarà sempre controllato a patto di mantenere una posizione centrale.

Il rider non troppo aggressivo apprezzerà le doti di assorbimento delle gomme plus da 2.8″, ma per ottenere il massimo in discesa è necessario trovare la pressione corretta, per evitare reazioni indesiderate come deprapate del retrotreno e rimbalzi dell’avantreno.

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Problemi riscontrati

La bici test era dotata di un forcellino preserie troppo corto e dopo alcune uscite non tratteneva più il cambio NX nella posizione corretta. I tecnici Thok hanno già risolto l’inconveniente, tutte le bici consegnate sono dotate del forcellino lungo, con il quale non ho più avuto problemi.

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Confronto forcellini

Le ruote montate non erano quelle di serie, ma arrivavano da un altra bici che aveva affrontato parecchi test, quindi risultavano delle crepe in corrispondenza dei nipples, probabilmente dovuti ad un eccessiva tensionatura dei raggi. Comunque, se avete una Mig R,con le ruote Sun Ringlé, tenetele sotto controllo.

 

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La batteria che avevo in dotazione, una volta arrivati all’ultima tacca indicata, portava il motore immediate in modalità eco e dopo un paio di kilometri si spegneva inesorabilmente. Segnalato il problema, ho ricevuto per l’ultimo giro test una batteria diversa, anch’essa usata, ma che si è comportata in maniera diversa, l’ultima tacca aveva una autonomia maggiore e mi permetteva di variare le assistenze a mio piacimento.

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Conclusioni (adatta a chi?)

La componentistica scelta per questo modello base del marchio piemontese risulta robusta e adeguata, una di quelle bici che nonostante il prezzo da entry level non necessita di upgrade per renderla efficace sui trail. Il rapporto qualità / prezzo / prestazioni, risulta essere uno dei migliori sul mercato.

La Thok Mig è da considerarsi una bici polivalente con un’anima corsaiola adatta maggiormente a rider sportivi che ne apprezzeranno  le doti dinamiche.

I rider più tranquilli avranno un mezzo che gli permetterà di progredire con la tecnica, con ampie doti di controllo e stabilità.

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Thok e-bikes | Stefano Migliorini | Tcn Group

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