Il futuro è dello sport all’aria aperta

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Guardare in avanti è l’unico modo per non cadere in depressione da quarantena. Per noi mountain biker ancora di più, visto che in diversi Paesi, fra cui l’Italia, è vietato praticare sport all’aperto. Sbeffeggiati, additati a nemico pubblico numero uno, sgridati da concittadini frustrati, ora chiusi in casa insieme a runner e chiunque altro volesse ossigenare il cervello nel rispetto delle norme antivirus.

Gli untori che praticano sport hanno però davanti a sé una rivincita enorme: anche chi ci dà contro si troverà a fare i conti con un modo di vivere che non sarà più lo stesso di prima, perlomeno fin quando non verrà trovato un vaccino. Palestre, spogliatoi, eventi al chiuso con tanta gente, sono tutti destinati ad essere ignorati a lungo per paura del contagio.

Il modo più sicuro per muoversi sarà quello di stare all’aria aperta, lontano dagli altri. Proprio come fa chi va in MTB. Magari noi dovremo stare attenti alle uscite di gruppo, ciò non toglie che non è un problema rispettare la distanza sociale mentre si pedala. E voi, sceriffi da balcone ed isterici al volante, vi dovrete adattare o rassegnarvi ai vostri travasi di bile mentre ingrassate e rinstupidite davanti al televisore.

Foto di copertina di Filippo Macalli

Commenti

  1. kilowatt:

    Io non so se c'è antipatia per chi fa outdoor. C'è invece per chi va all'aria aperta infrangendo le regole e creando pericoli per gli altri. Chi fa sci fuoripista rischiando di causare valanghe, chi usa le ciclabili o certi sentieri di montagna come circuiti ... piuttosto che chi circola con mezzi illegali. Se ne è parlato. Poi quando qualcuno si fa male rischiano di andarci di mezzo quelli che le regole le rispettano: come ho già detto, non vorrei per esempio che qualche parlamentare si inventasse di far targare tutte le ebike per colpa di qualche furbone che gira con bici/motorini e crea qualche casino grosso.
    Quando facevo quelle riflessioni, oramai diverse settimane fa, già mi prefiguravo la situazione che sembra delinearsi: ospedali sotto minor pressione, che tenderanno ad essere esuberanti, visto il potenziamento di certo necessario, ma purtroppo tardivo.
    Facendo dovuti scongiuri, questa estate gli ospedali dovranno andare alla ricerca dei pazienti (chiaramente è una battuta, ma rende l’idea).
    Voglio dire che se prima del virus non c’era ragione per condannare chi fa sport outdoor, e di conseguenza porrebbe impegnare soccorso alpino ed ospedali, quando l’emergenza sarà rientrata dovrebbe essere la stessa cosa.
    Ciò che invece vedo serpeggiare è una crescente antipatia verso chi fa alpinismo, mtb, sciaplinismo, etc... ma non ce n’é motivo, poiché nulla hanno a che vedere col covid anzi, sono forse quanto di più lontano da esso possa esistere.
    Come prima dovevamo aver prudenza, per proteggere noi in prims ed i soccorritori a seguire, in futuro dovrà essere la stessa cosa. Tutto qui.
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