Divieti per coronavirus: come ti comporti?

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È della scorsa notte la notizia dell’ampliamento della zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 11 province italiane. Vietato uscirne, vietato entrarne, soprattutto per motivi futili come potrebbe essere un giro in bicicletta.

Al di là di questo, gli spostamenti interni devono essere tenuti ad un minimo: “Evitare in modo assoluto ogni spostamento all’interno dei territori salvo che per spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza“. In parole povere, si invita la popolazione a stare il più possibile in casa fino al 3 aprile.

Come ti comporti? Eviterai anche il giretto in bici nel parco, oppure farai del movimento fisico evitando di incontrare altre persone?

 

Commenti

  1. steka:

    Io non sono nessuno, ho solo riportato i fatti, sei tu l'esperto a quanto pare.
    a me sembra che sei tu che continui a ripetere di chiudere le fabbriche, o sbaglio?
    io dico che non serve, attenendomi a quello che dico non io, ma governo e sindacati.
  2. purtroppo riesco a seguire poco il forum per ovvi motivi...
    da imprenditore capisco la tragedia economica per fermare le aziende, ma da 'umano' spaventato e preoccupato ( e faccio parte di quelli che si erano spaventati presto, e anche derisi inizialmente, è da un mese che la mia vita sociale è quasi zero.....) capisco che dovremmo limitare al minimo indispensabile anche gli spostamenti per lavoro.
    E lo dico con una ditta di proprietà, che sta passando problemi economici per la crisi già da molti anni, anche io ho lasciato a casa i ragazzi per un pò, in ferie e chiesto sta benedetta cassa, ma non mi risolve il problema. Oggi un tecnico rientra per darmi una mano, da solo non ce la faccio,
    i miei clienti per ora lavorano e devo assisterli, altrimenti perdo commesse e lavoro.
    E' una filiera complicata, la soluzione non ce l'ho in tasca nemmeno io, ma la salute è prioritaria.
    Se posso fare una pecca grossa al Sistema e noi compresi, è che le mascherine e i DPI non ne abbiamo di scorta, non sono medico ...
    ma guardando i paesi orientali, che non è la prima volta che hanno di questi problemi, le mascherine le han sempre portati tutti,
    credo che a cascata proteggano, io non infetto te, tu non infetti l'altro e via dicendo, magari poi è solo un aspetto mentale, non so.
    Di sicuro noi non le abbiamo...........
    Buona giornata a tutti i costretti al lavoro, e cerchiamo di capirci tra noi, non è ingordigia economica, qualcuno lo pensa, purtroppo.
  3. c'è da capire che non è solo una questione economica o di salvare gli interessi di qualche imprenditore....quando sembrava coinvolto solo un focolaio, il governo non ha esitato mezza giornata a bloccare tutte le attività, fabbriche comprese.
    Ma oggi, con tutti il paese coinvolto, semplicemente non è possibile.
    Diventa un suicidio. Economico e sociale.

    Io sono contrario al fermo delle fabbriche perchè è frutto solo ed esclusivamente di quel panico da gregge che arriva quando le persone affrontano improvvisamente una paura dopo averla ignorata fino all'ultimo...ad essere buoni, perchè leggendo certi articoli, l'imrpessione è che invece semplicemente i lavoratori delle fabbriche vogliano prendersi quello che hanno maleinterpretato come un diritto a vacanze straordinarie da parte di quelli attualmente a casa.

    La parolina magica oggi è SACRIFICIO.
    E' chiesto a chiunque:
    agli imprenditori del commercio e del turismo, che hanno le attività bloccate e chissà mai quando ripartiranno
    ai lavoratori di quelle attività è chiesto il sacrificio di stare a casa, anzi IN casa, perchè non sono vacanze inaspettate
    ai lavoratori della sanità è chiesto il sacrificio di andare al lavoro nonostante la paura e la quasi certezza di essere contagiati in un momento in cui le cure sono difficili per chiunque (un amico infermiere è a casa da 1 settimana, con febbre a 40°...un altro lo è stato settimana scorsa, ma oltre alla febbre anche altri malesseri)...e che non sono ricoverati per non portare via posto a chi è conciato peggio.
    agli altri lavoratori del commercio "indispensabile" è chiesto lo stesso sacrificio, solo con un livello di rischio un poco più basso,

    Ai lavoratori delle fabbriche viene chiesto di andare al lavoro e affrontare un rischio che esiste, non è da negare, ma che è estremamente più basso.
    Certo che sarebbe più bello stare a casina a godersi il divano, mentre ALTRI lavoratori si occupano di continuare a mandare avanti la società e il paese, ma non è ne' giusto, ne' possibile.
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