Non ho idea se i marchi che citi usino processi e materiali simili, visto che non lo dichiarano esplicitamente.
È comunque vero che ci sono telai che pur usando materiali simili (simili!) tra loro pre-preg, hanno differenze marcata di peso. La stesura delle stuoie è prettamente una operazione manuale, meno pezzi da tagliare, inserire e orientare, meno tempo di lavorazione e meno specializzato il personale (i costi principali, nei compositi): su certi manufatti si preferisce usare più stuoia multidirezionale (e quindi anche più resina) per irrobustire la zona senza applicare vari patch unidirezionali.
Ci sono telai monolitici e telai con giunzioni, i primi più leggeri perché le fasciature di raccordo appesantiscono la struttura.
Ci sono telai con l’obliquo aperto, per far posto alla batteria, le cui pareti sono molto più spesse di una struttura tubolare.
Escluderei che per alleggerire si sottodimensionino le strutture, sarebbe tafazziano per un’azienda leader che magari garantisce pure il telaio a vita, non si può escludere comunque un “falla” in produzione e una scelta più “conservativa” rendere tutti più tranquilli.
É chiaro che per alleggerire bisogna estremizzare, e ciò vale anche coi metalli, la fragilità dei compositi con veicolo epossidico può essere un limite ai traumi da carichi di punta (la classica sassata, lo sbattere su un oggetto appuntito...) e in questo senso uno spessore maggiore è una garanzia maggiore.
Per fare un po’ di filosofia, comunque, c’è da dire che nel mercato e-mtb vedo attualmente una corsa al “grosso è bello”, un po’ come successe coi SUV nel mercato auto, come per giustificare il lievitare dei costi.
Le bici che stanno uscendo, a parte qualche eccezione, hanno per scelta estetica strutture massicce, importanti e imponenti, in particolare quelle con telai in compositi: ma questa tecnologia non dovrebbe servire a renderle più leggere? No, a renderle più “appetibili”...