non è solo questione di "risparmiare" sulla componentistica.
sulle auto, tanto quanto sulle bici, la strumentazione misura la velocità di rotazione delle
ruote, e questo può essere fatto con una precisione di pochi centesimi di % di errore, tradotto sarebbe pochi centesimi di km/h, perchè è sostanzialmente la misura del tempo di rotazione. E il tempo può essere misurato da un circuito integrato da pochi millesimi di euro con una precisione enorme.
Il problema è che la velocità del veicolo è
calcolata, non misurata, inserendo nel calcolo la circonferenza di rotolamento. E' qui che si inseriscono tutti gli errori, voluti o meno, che abbiamo poi sugli strumenti indicatori.
Tra pneumatici della stessa misura e marca diversa ci sono differenze anche del 5% nel diametro effettivo di rotolamento. Variazioni di pressione di gonfiaggio o di carico del veicolo aggiungono altri %...Nel resto del mondo, inoltre, dove è possibile cambiare la misura delle gomme rispettando i diametri minimi e massimi di rotolamento, questa variazione si amplifica ulteriormente.
E, senza poter inserire l'effettivo diametro di rotolamento, i costruttori devono comunque fare in modo che nemmeno nella condizione più penalizzante il tachimetro segni meno della velocità effettiva.
Una gomma con circonferenza inferiore alla massima ammessa, ad una pressione che sia inferiore alla massima ammessa e con un consumo del battistrada al limite, portano il veicolo a viaggiare ad una velocità effettiva più bassa di quella calcolata dalla strumentazione.
Sarebbe come se su un ciclocomputer non fosse possibile inserire il diametro di rotolamento, ma il costruttore dovesse comunque garantire la sovrastima della velocità effettiva. A seconda delle gomme montate, avremmo sovrastime anche del 20%.