K2.collo di bottiglia

[bracchetto scout]

Allora,io di alpinismo nn ho praticato veramente nulla,ma mi appassiona da molti anni come tanti sport diciamo eroici,x cui mi sono letto parecchi libri superando con questi tuyto il secolo scorso,da Paul press uno dei primi all inizio del 900 a parlare di alpinismo etico,e via via da gervasutti,al ragno di lecco il cassin grande uomo,al fantastico bonatti vigliaccamente abbandonato da compagnoni e lacedelli nella zona della morte senza tenda e destinato a morte certa,e oltre questo x 50 anni è stato vergognosamente da loro da desio e dal cai lasciato senza scuse,poi letto del nostro Bonington(xche se nn ricordo male viveva a bologna)poi kammerlander,fino ai piu noti moro e ora quel fenomemo del barmasse...senza dimenticarci del messner un mostro...ecco mi son fatto un idea che li i vigliacchi e egocentrici sono pericolosissimi ma molti...x poi brillare come stelle invece alcuni x personalitã,forza fisica e d animo e meno male questi salvan la facciata...bien tutto questo x chiedere a voi...ma che persone dimmerda esistono x scavalcare il portatore pakistano Muhammed Hassan il 27 luglio agonizzante nel collo di bottiglia sul k2 x poter dire...io l ho fatto...trovo eticamente impossibile anche solo pensare un comportamento del genere..niente tutto questo cosi pour parler...e x farvi sapere che sputo sull anima di queste persone.Brakky

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[kilowatt]

Quando l'ho letto non ci credevo. Una parola sola: bastardi. Tutti in galera

 

[tostarello]

Pur di battere un record...

Lasciato morire per battere il record sul K2: il video e l’accusa

Batte il record sul K2 ma viene accusata di non aver soccorso uno compagno morente sul K2

www.la7.it

 

[MikeY]

...trovo eticamente impossibile anche solo pensare un comportamento del genere..niente tutto questo cosi pour parler...e x farvi sapere che sputo sull anima di queste persone.Brakky

Se posso offrire un differente punto di vista:

Come per altri sport estremi, sul K2 vai a sfidare il rischio di lasciarci la pelle, sapendo:
1- che sicuramente qualcuno di quelli che vengono con tè non tornerà a casa
2- che hai ottime possibilità di essere tu quello che non torna a casa.
Questo lo accetti tu e sai che lo accetta anche chi viene con te.
Quindi il rapporto con la morte (la propria o degli altri) che ha quel tipo di gente penso si possa riassumere con "pazienza"...

Mi par di ricordare che il tasso di mortalità sul K2 è di circa il 25%, praticamente ogni 4 persone 1 muore.
Immagina di andare a dormire questa sera con il 25% di possibilità di non svegliarti domani mattina e sapendo di doverne fare svariate di notti così.
Il tuo vicino di letto è lì per sua scelta come te, in più lui è anche pagato per esserci.
Tenteresti in qualche modo di aiutarlo sapendo che così facendo aumenteresti sensibilmente la tua % ?

Io giudizi non ne do, bisognerebbe essere lì sul posto e sperimentare le medesime condizioni.
Come dice Messner (quello per 50anni accusato di aver "lasciato morire il fratello per poter essere l'unico") l'arte dell'alpinismo non è scalare vette me sopravvivere.

Fatto sta che se invece di andare sul K2 quella gente giocasse alla roulette russa, già con un revolver a 6 colpi ne morirebbe di meno.

 

[Babi]

Se posso offrire un differente punto di vista:

Come per altri sport estremi, sul K2 vai a sfidare il rischio di lasciarci la pelle, sapendo:
1- che sicuramente qualcuno di quelli che vengono con tè non tornerà a casa
2- che hai ottime possibilità di essere tu quello che non torna a casa.
Questo lo accetti tu e sai che lo accetta anche chi viene con te.

Capisco il punto, però penso che se Bonatti sul Freney avesse ragionato così forse sarebbe tornato solo lui. Vero è che bisogna trovarcisi in certe situazioni, concordo nel non dare giudizi, ma non riesci a dare valore ad un'impresa su cui pesa un'ombra del genere.

 

[bracchetto scout]

Se posso offrire un differente punto di vista:

Come per altri sport estremi, sul K2 vai a sfidare il rischio di lasciarci la pelle, sapendo:
1- che sicuramente qualcuno di quelli che vengono con tè non tornerà a casa
2- che hai ottime possibilità di essere tu quello che non torna a casa.
Questo lo accetti tu e sai che lo accetta anche chi viene con te.
Quindi il rapporto con la morte (la propria o degli altri) che ha quel tipo di gente penso si possa riassumere con "pazienza"...

Mi par di ricordare che il tasso di mortalità sul K2 è di circa il 25%, praticamente ogni 4 persone 1 muore.
Immagina di andare a dormire questa sera con il 25% di possibilità di non svegliarti domani mattina e sapendo di doverne fare svariate di notti così.
Il tuo vicino di letto è lì per sua scelta come te, in più lui è anche pagato per esserci.
Tenteresti in qualche modo di aiutarlo sapendo che così facendo aumenteresti sensibilmente la tua % ?

Io giudizi non ne do, bisognerebbe essere lì sul posto e sperimentare le medesime condizioni.
Come dice Messner (quello per 50anni accusato di aver "lasciato morire il fratello per poter essere l'unico") l'arte dell'alpinismo non è scalare vette me sopravvivere.

Fatto sta che se invece di andare sul K2 quella gente giocasse alla roulette russa, già con un revolver a 6 colpi ne morirebbe di meno.

Dissento completamente il tuo punto di vista e dei tuoi spolliciatori e di sicuro nn sareste miei compagni in imprese grandi nn voglio chiamarle estreme xche ormai mi sta sulle palle l estremo che và di moda...ê giusto cosi mica la dobbiamo vedere tutti alla stessa maniere.saluti.Brakky

 

[bracchetto scout]

Capisco il punto, però penso che se Bonatti sul Freney avesse ragionato così forse sarebbe tornato solo lui. Vero è che bisogna trovarcisi in certe situazioni, concordo nel non dare giudizi, ma non riesci a dare valore ad un'impresa su cui pesa un'ombra del genere.

Aldilá che prese la legione d onore....si vede la differenza tra uomini e ominicchi.Brakky

 

[drmale]

Allora,io di alpinismo nn ho praticato veramente nulla,ma mi appassiona da molti anni come tanti sport diciamo eroici...

Condivido il tuo punto di vista fino a un certo punto. Il tema è lo sport o l'impresa eroica. Ciò che ammiriamo nell'esplorazione estrema è proprio l'aspetto eroico. Ma dalla seconda metà del '900 si è diffusa un particolare modello di eroismo, che non consiste nel salvare gli altri, ma nel portare a casa la propria buccia. Ad aprire la strada a questo modello di alpinismo siamo forse stati noi italiani, proprio durante la conquista del k2, quando - come hai fatto giustamente notare - per motivi di dubbia moralità, il capocordata pare (le fonti storiche ormai concordano) abbia preso decisioni non favorevoli a Bonati. Ma peggio ancora fu il tentativo successivo di screditare Bonati, attribuendogli persino la volontà di conquistare la vetta a discapito degli altri due. La storia di quell'impresa - con i successivi risvolti narrativi -, apre anche uno squarcio sugli abissi della meschinità umana.
Non c'è proprio nulla di eroico nel voler conquistare una vetta a discapito degli altri, e questo vale per il caso Bonati, che comunque resistete, e per il povero Assan, il cui salvataggio era in subordine alle spedizioni che avevano, evidentemente, già pagato il biglietto per accedere alla vetta.

 

[kilowatt]

Ho letto con interesse le spiegazioni su questo tipo di spedizioni... la loro pericolosità ecc. Però quello in difficoltà, quello che è morto perché lo hanno lasciato lì, è un uomo. A mio parere anche se "è noto che il 25% non ce la fa" non basta affatto. Tantomeno basta l'aspirazione per l'impresa epica o l'aver pagato il biglietto. Non ricordo alcuno sport o attività in genere, nemmeno quelli estremi, in cui 1 su 4 crepa. Se è così è un'assurdità praticata da gente che antepone le sue ambizioni alla vita umana, una roulette russa. Andrebbe proibita e chi la fa e non soccorre processato almeno per omissione di soccorso. Almeno

 

[bracchetto scout]

Condivido il tuo punto di vista fino a un certo punto. Il tema è lo sport o l'impresa eroica. Ciò che ammiriamo nell'esplorazione estrema è proprio l'aspetto eroico. Ma dalla seconda metà del '900 si è diffusa un particolare modello di eroismo, che non consiste nel salvare gli altri, ma nel portare a casa la propria buccia. Ad aprire la strada a questo modello di alpinismo siamo forse stati noi italiani, proprio durante la conquista del k2, quando - come hai fatto giustamente notare - per motivi di dubbia moralità, il capocordata pare (le fonti storiche ormai concordano) abbia preso decisioni non favorevoli a Bonati. Ma peggio ancora fu il tentativo successivo di screditare Bonati, attribuendogli persino la volontà di conquistare la vetta a discapito degli altri due. La storia di quell'impresa - con i successivi risvolti narrativi -, apre anche uno squarcio sugli abissi della meschinità umana.
Non c'è proprio nulla di eroico nel voler conquistare una vetta a discapito degli altri, e questo vale per il caso Bonati, che comunque resistete, e per il povero Assan, il cui salvataggio era in subordine alle spedizioni che avevano, evidentemente, già pagato il biglietto per accedere alla vetta.

Fino a un certo punto ci stá....ma io come credo bonatti nell animo nn vuoi morire x una bandiera...ma x il tuo vicino di trincea si...mi spiace,sembra facile dire cosi x fare il ganassa...ma questo l ho letto su un libro e li ho capito il mio mantra...il libro ê quello di galloway e moore..il primo ê quello che ci hanno fatto un film...we wewre soldier..il dopo ê nessuno ha lasciato il vietnam...due capolavori dove mi hanno fatto capire il mio pensiero..nessuno diceva il generale moore muore x una bandiera..ma muore x il suo amico/i e questo x mé si traduce nella stessa maniera x un compagno di scalata...e se nn ê un compagno ê lo stesso...facile da dire dal pc?sicuramente,spero che pensando questo lo metterõ in atto se necessario....nn parto dicendo che tanto ognuno ë artefice del suo destino..farei il possibile e l impossibile x una persona che necessita aiuto...hei nn dico questo x eleggermi a brava persona...ma eticamente mi fâ SCHIFO chi pensa l opposto,spero di nn veder mai sul campo se il mio pensiero lo tradurrei in realtá...ma questo ë,prenderei a bastonate quei 4 coglioni che con i sandali erano su una ferrata e chiamato l elicottero x verricellarli poi a casa....ma esser li e abbandonarli xchè ognuno deve badare a sé stesso ë un altra cosa...ripeto nn voglio fare il facile dal pc ne il grand uomo,ma sicuramente nn mi appartiene quel modo di pensare...di sicuro nn mi ci ritrovo con il pensiero sopra.Cristian

 

[MikeY]

ê giusto cosi mica la dobbiamo vedere tutti alla stessa maniere

Certo ma più che di punti di vista è questione di situazioni.
Pretendere che qualcuno che sta già rischiando la pelle di suo rischi ulteriormente per salvare la tua a volte non è meno "disonorevole" che passare sul cadavere di qualcuno. Dipende, come ho detto bisognerebbe essere li.

 

[bracchetto scout]

Certo ma più che di punti di vista è questione di situazioni.
Pretendere che qualcuno che sta già rischiando la pelle di suo rischi ulteriormente per salvare la tua a volte non è meno "disonorevole" che passare sul cadavere di qualcuno. Dipende, come ho detto bisognerebbe essere li.

Nn pretendo...ma é la base x uscire con chi....chiaro che magari nn ci si conosce...ma sicuramente abbiamo punti di vista oppure se preferisci modi di essere diametralmente opposti Brakky

 

[torakiki.gt]

Le spedizioni himalayane mi hanno sempre affascinato, ma non ho mai fatto ne alpinismo ne approfondito la conoscenza sull argomento, ma certo bisognerebbe essere anche nella mentalità di chi fa certe imprese, col pensiero che potrebbero anche non farcela e nemmeno sopravvivere.
Ecco, se ad esempio io fossi uno di una spedizione e dovessi avere un problema che potrebbe mettere a repentaglio la riuscita dell impresa o addirittura la vita degli altri partecipanti, cosa fare nel caso capissi che per me non c'è più niente da fare..?
Vorrei far riavere almeno un corpo da seppellire alla mia famiglia o vorrei che i miei compagni portassero a termine l'impresa a cui hanno dedicato la vita anche da parte mia...??
Difficile a dirsi... A volte ci sarebbe da mettersi nei panni di quella gente per capire.. Come si ragiona in certi momenti..

 

[30x26]

Aldilá che prese la legione d onore....si vede la differenza tra uomini e ominicchi.Brakky

Grande sportivo non è per forza grande uomo. Non ho mai creduto alla storia delle "bravissime persone con la famiglia" che poi ti in*ulano sul lavoro o nello sport o al momento del bisogno .
Secondo me ognuno ha dentro i propri principi e li tira fuori pari pari in tutte le situazioni della vita.

 

[bracchetto scout]

Grande sportivo non è per forza grande uomo. Non ho mai creduto alla storia delle "bravissime persone con la famiglia" che poi ti in*ulano sul lavoro o nello sport o al momento del bisogno .
Secondo me ognuno ha dentro i propri principi e li tira fuori in tutte le situazioni della vita.

Lui ê un grande sportivo e un grandissimo uomo..nn ci mangiavo assieme..ma se segui la sua vita..lo stimo tantissimo,mica la dobbiam vedere x forza di cose uguale né...liberi tutti.Brakky