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Motori a 36 o 48V? Differenze?
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Testo
<blockquote data-quote="ghepüangor" data-source="post: 217953"><p>teoricamente, più alta è la tensione (Volt), più bassa sarà la corrente a parità di potenza erogata.</p><p>Il motore gira ad una velocità maggiore, originando meno coppia e assorbendo meno corrente. Quindi con un rendimento maggiore (meno corrente=meno perdite per effetto Joule)</p><p></p><p>Nella pratica, il fattore limitante nell'alzare la tensione sono le batterie: la cella elementare di una batteria sono 1,2-1,4V (dipende dalla tecnologia). Per ottenere la tensione finale di 36V devo metterne in serie 30, oppure 40 per ottenere i 48V.</p><p></p><p>Il problema è che le celle non sono mai tutte uguali.</p><p>In una ipotetica batteria a 1,2V, dove tutte le celle sono in parallelo, durante la scarica in ogni cella passa solo la corrente che essa stessa genera. Se una cella si danneggia, semplicemente smette di contribuire alla corrente totale.</p><p>Invece, durante la scarica in serie, la corrente passa attraverso a tutte ed un'eventuale cella difettosa si vede attraversare dalla corrente prodotta dalle altre, danneggiandosi ulteriormente. </p><p>In fase di carica, usando appositi sistemi, è possibile "ribilanciare" queste celle, ma alla scarica successiva il processo continua.</p><p>A parità di energia (Wh) totale, più aumento la tensione, più celle avrò in serie piuttosto che in parallelo.</p><p>Ad esempio: batteria da 100Wh totali, costituita da 100 celle da 1 Wh e 1,2V.</p><p>Posso avere una batteria da:</p><p>1,2V con 100 celle in parallelo</p><p>12V con 10 gruppi in parallelo di 10 celle in serie ciascuno</p><p>120V con 1 gruppo di 100 celle in serie.</p><p></p><p>Per cui, ricapitolando, aumentando la tensione posso avere prestazioni maggiori, con una tensione più bassa, invece, ho una migliore gestione della batteria.</p><p>A seconda di quale sia la priorità, si sceglie una o l'altra via.</p><p></p><p>Nelle auto elettriche ad alte prestazioni si è arrivati a pacchi batteria da 500V, che comunque fanno circolare correnti dell'ordine dei 1000A per ottenere i 500kW delle Tesla.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ghepüangor, post: 217953"] teoricamente, più alta è la tensione (Volt), più bassa sarà la corrente a parità di potenza erogata. Il motore gira ad una velocità maggiore, originando meno coppia e assorbendo meno corrente. Quindi con un rendimento maggiore (meno corrente=meno perdite per effetto Joule) Nella pratica, il fattore limitante nell'alzare la tensione sono le batterie: la cella elementare di una batteria sono 1,2-1,4V (dipende dalla tecnologia). Per ottenere la tensione finale di 36V devo metterne in serie 30, oppure 40 per ottenere i 48V. Il problema è che le celle non sono mai tutte uguali. In una ipotetica batteria a 1,2V, dove tutte le celle sono in parallelo, durante la scarica in ogni cella passa solo la corrente che essa stessa genera. Se una cella si danneggia, semplicemente smette di contribuire alla corrente totale. Invece, durante la scarica in serie, la corrente passa attraverso a tutte ed un'eventuale cella difettosa si vede attraversare dalla corrente prodotta dalle altre, danneggiandosi ulteriormente. In fase di carica, usando appositi sistemi, è possibile "ribilanciare" queste celle, ma alla scarica successiva il processo continua. A parità di energia (Wh) totale, più aumento la tensione, più celle avrò in serie piuttosto che in parallelo. Ad esempio: batteria da 100Wh totali, costituita da 100 celle da 1 Wh e 1,2V. Posso avere una batteria da: 1,2V con 100 celle in parallelo 12V con 10 gruppi in parallelo di 10 celle in serie ciascuno 120V con 1 gruppo di 100 celle in serie. Per cui, ricapitolando, aumentando la tensione posso avere prestazioni maggiori, con una tensione più bassa, invece, ho una migliore gestione della batteria. A seconda di quale sia la priorità, si sceglie una o l'altra via. Nelle auto elettriche ad alte prestazioni si è arrivati a pacchi batteria da 500V, che comunque fanno circolare correnti dell'ordine dei 1000A per ottenere i 500kW delle Tesla. [/QUOTE]
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