Porto la mia esperienza con questa bici motorizzata Fazua per condividere le mie impressioni.
Bici presa usata con 800 km lo scorso anno. Mi serviva una bici stradale assistita per la fase di recupero da un infortunio, poter affrontare non solo la pianura senza forzare l’articolazione del mio ginocchio destro.
La bici non era stata aggiornata con l’ultimo firmware, quindi ho scaricato il programma di aggiornamento Fazua dal loro sito e attaccato con cavo usb il motore al computer. Dopo l’aggiornamento ho scaricato le due app di riferimento Fazua e Ryder.
Tramite la seconda ho aggiornato il bluetooth del comando della bicicletta. Dopo queste operazioni ho iniziato ad usare l’app Fazua per la gestione delle mappe e per vedere come cambiava il comportamento del motore con vari parametri impostati.
Le mappe base non sono così parche nei consumi rispetto alla spinta che forniscono, secondo me, quindi mi sono creato una mappa personalizzata per le lunghe distanze che diluisce la potenza espressa in un range più lungo. Essendo pesante e potente ho preferito alzare la potenza ciclista a 300w. Potenza che per me è una costante quando la strada inizia a salire. Con questo settaggio e potenza bike a 100w in breeze(assistenza verde più bassa) ho chiuso giri con buon dislivello 1500m e percorrenze nell’ordine di 80/95 km pedalando comunque con buon impegno. Tutto con la sola batteria da 250w integrata. Usando le impostazioni di serie vedo che i consumi aumentano ma il rendimento nei pezzi più duri non ne risente molto. Questo però credo dipenda dalla mia fisicità. Magari altri si sono trovati bene con i setting di fabbrica. Ho utilizzato anche la cover motore, ogni tanto, riempiendola di tutto il necessario per una gita lunga, senza la necessità di portare con me uno zaino o una borsa supplementare. Certo che senza motore la bici rimane comunque ‘pesante’ rispetto a una omologa bici da trekking, gravel o turismo. L’idea base è interessante ma la realizzazione è ancora abbastanza grezza, probabilmente siamo ancora in una fase di sviluppo di certi mezzi, nonostante il loro costo.
Come bici la Roadlite è una discreta bici da trekking e commuting. Sicuramente non molto confortevole per via di un telaio rigidino e con una risposta decisamente sportiva. Il passaggio ruota con gomme da 700 è discreto (38c) quindi cercare comfort è una operazione difficile da ottenere. Ho provato anche con dei cerchi da 650, ma il passaggio è comunque stretto e le gomme da 47 hanno meno di 2 mm di luce laterale, quindi non molta riserva in caso di fango o bassa pressione di gonfiaggio. Altro punto a sfavore il posizionamento del comando assistenza sul tubo obliquo, che è fastidioso e scomodo da azionare e vedere in quanto nascosto dal tubo orizzontale. Probabilmente un comando a manubrio sarebbe più funzionale. Inoltre in condizioni umide ogni tanto i tasti non rispondono con precisione agli input passando al livello superiore anziché a quello inferiore. Problema che ho notato almeno due volte. La scocciatura e dover controllare più e più volte il colore del display dopo aver premuto i tasti.
La rapportatura con cui veniva venduta la bici fino allo scorso anno è un’altra nota discutibile, in quanto una corona da 48 può essere considerata utile solo per un utilizzo stradale in piano. Quando si tratta di salire tocca avere un 50 per pensare di affrontare con un po’ di tranquillità salite impegnative. Ho ovviato prendendo una corona da 40 denti abbinata normalmente a un pacco pignoni 11-36 che sostituisco con l’11-42 di serie solo quando ho in testa giri con lunghe salite continue.
La persona che mi ha venduto la bici non aveva conservato la batteria troppo bene, credo, in quanto al momento di controllare con l’app lo stato della stessa ho notato una salute del 94% nonostante soli 21 cicli di carica. Dopo sei mesi e una 40ina di cicli la salute è rimasta costante, quindi non mi sono preoccupato, ma con una batteria molto piccola è bene controllare, perché la resa è sicuramente inferiore rispetto a batteria più capienti.
Infatti sotto il 25% il motore ha una risposta attenuata per limitare i consumi e quando si accende l’ultimo led del display è meglio non avere tratti di salita troppo impervi, perché il lavoro delle gambe potrebbe non essere aiutato dal motore.
E’ un motore comunque che nonostante la coppia dichiarata non dà mai l’effetto motorino. Ha bisogno di essere lanciato con una buona e vigorosa pedalata per dare il suo contributo. Inoltre ha una resa più marcata in un range di pedalata basso, per i miei gusti, 60-85 rpm. Oltre questo regime perde un po’ di spinta e di supporto.
Nel settaggio River (blu) ogni tanto questo rendimento sulle rpm medio basse ha una sorta di risposta a pulsazione quando si spinge parecchio di gambe. Sembra quasi che il motore non riesca a seguire l’input del sensore di coppia e ha un attimo di stallo.
Avrei voluto provare anche una mtb con questo motore, ma purtroppo non ne hanno vendute troppe e comunque anche gli usati mantengono quotazioni elevate.
La curiosità di vedere il rendimento su terreni tecnici in salita, paragonandolo al mio Shimano e8000 che ho sulla emtb è tanta ma probabilmente resterà nei miei progetti.
Ho paura che la coppia non sia abbastanza per gestire tutte le fasi di una salita tecnica. Perciò se la ‘poca’ potenza può aiutare a non perdere aderenza, credo sia un limite quando il terreno si fa difficile e la pendenza a doppia cifra.
Su sterrate e asfalto invece il rendimento è buono e ben presente, consentendo di togliersi belle soddisfazioni, pur restando imparagonabile con la sensazione di potenza che danno le emtb full power.
Con il River si hanno prestazioni inferiori al vecchio Bosch con coroncina in tour su asfalto, anche spingendo con forza.
Probabilmente una persona più leggera potrebbe avere sensazioni diverse. Comunque io nonostante il peso pedalo 10000 km annui e 120000 metri di dislivello, quindi fermo non sono. Ma l’handicap del peso probabilmente è quello che crea maggiori problemi alla motorizzazione Fazua.
In Rocket(rosso) la spinta non è mai così turbo come sulle classiche motorizzazioni. E’ presente ma non molto diversa dal blu, quindi non fa venir voglia di insistere troppo, anche perché i consumi a quel punto diventano preponderanti e la batteria risulta decisamente inadeguata non consentendo nemmeno 1 ora di autonomia (35 minuti per me).
Sporadici scricchiolii, controllo del posizionamento del sensore di velocità sul raggio e difficoltà con il sistema di fissaggio del motore al telaio sono i problemi più comuni che ho riscontrato in questi 6 mesi di utilizzo. Ad oggi la bici ha circa 3000 km. Ne sono sufficientemente soddisfatto, con pro e contro.
Non la consiglierei a chi non è pronto a pedalare con ‘voglia’. Non è una bici che ti porta, le piace ‘accompagnarti’. Allora ha una autonomia notevole. Se avete domande chiedete. Spero che questo sia utile a qualcuno per farsi un giudizio generale prima di scegliere.
Saluti Gianluca.
Bici presa usata con 800 km lo scorso anno. Mi serviva una bici stradale assistita per la fase di recupero da un infortunio, poter affrontare non solo la pianura senza forzare l’articolazione del mio ginocchio destro.
La bici non era stata aggiornata con l’ultimo firmware, quindi ho scaricato il programma di aggiornamento Fazua dal loro sito e attaccato con cavo usb il motore al computer. Dopo l’aggiornamento ho scaricato le due app di riferimento Fazua e Ryder.
Tramite la seconda ho aggiornato il bluetooth del comando della bicicletta. Dopo queste operazioni ho iniziato ad usare l’app Fazua per la gestione delle mappe e per vedere come cambiava il comportamento del motore con vari parametri impostati.
Le mappe base non sono così parche nei consumi rispetto alla spinta che forniscono, secondo me, quindi mi sono creato una mappa personalizzata per le lunghe distanze che diluisce la potenza espressa in un range più lungo. Essendo pesante e potente ho preferito alzare la potenza ciclista a 300w. Potenza che per me è una costante quando la strada inizia a salire. Con questo settaggio e potenza bike a 100w in breeze(assistenza verde più bassa) ho chiuso giri con buon dislivello 1500m e percorrenze nell’ordine di 80/95 km pedalando comunque con buon impegno. Tutto con la sola batteria da 250w integrata. Usando le impostazioni di serie vedo che i consumi aumentano ma il rendimento nei pezzi più duri non ne risente molto. Questo però credo dipenda dalla mia fisicità. Magari altri si sono trovati bene con i setting di fabbrica. Ho utilizzato anche la cover motore, ogni tanto, riempiendola di tutto il necessario per una gita lunga, senza la necessità di portare con me uno zaino o una borsa supplementare. Certo che senza motore la bici rimane comunque ‘pesante’ rispetto a una omologa bici da trekking, gravel o turismo. L’idea base è interessante ma la realizzazione è ancora abbastanza grezza, probabilmente siamo ancora in una fase di sviluppo di certi mezzi, nonostante il loro costo.
Come bici la Roadlite è una discreta bici da trekking e commuting. Sicuramente non molto confortevole per via di un telaio rigidino e con una risposta decisamente sportiva. Il passaggio ruota con gomme da 700 è discreto (38c) quindi cercare comfort è una operazione difficile da ottenere. Ho provato anche con dei cerchi da 650, ma il passaggio è comunque stretto e le gomme da 47 hanno meno di 2 mm di luce laterale, quindi non molta riserva in caso di fango o bassa pressione di gonfiaggio. Altro punto a sfavore il posizionamento del comando assistenza sul tubo obliquo, che è fastidioso e scomodo da azionare e vedere in quanto nascosto dal tubo orizzontale. Probabilmente un comando a manubrio sarebbe più funzionale. Inoltre in condizioni umide ogni tanto i tasti non rispondono con precisione agli input passando al livello superiore anziché a quello inferiore. Problema che ho notato almeno due volte. La scocciatura e dover controllare più e più volte il colore del display dopo aver premuto i tasti.
La rapportatura con cui veniva venduta la bici fino allo scorso anno è un’altra nota discutibile, in quanto una corona da 48 può essere considerata utile solo per un utilizzo stradale in piano. Quando si tratta di salire tocca avere un 50 per pensare di affrontare con un po’ di tranquillità salite impegnative. Ho ovviato prendendo una corona da 40 denti abbinata normalmente a un pacco pignoni 11-36 che sostituisco con l’11-42 di serie solo quando ho in testa giri con lunghe salite continue.
La persona che mi ha venduto la bici non aveva conservato la batteria troppo bene, credo, in quanto al momento di controllare con l’app lo stato della stessa ho notato una salute del 94% nonostante soli 21 cicli di carica. Dopo sei mesi e una 40ina di cicli la salute è rimasta costante, quindi non mi sono preoccupato, ma con una batteria molto piccola è bene controllare, perché la resa è sicuramente inferiore rispetto a batteria più capienti.
Infatti sotto il 25% il motore ha una risposta attenuata per limitare i consumi e quando si accende l’ultimo led del display è meglio non avere tratti di salita troppo impervi, perché il lavoro delle gambe potrebbe non essere aiutato dal motore.
E’ un motore comunque che nonostante la coppia dichiarata non dà mai l’effetto motorino. Ha bisogno di essere lanciato con una buona e vigorosa pedalata per dare il suo contributo. Inoltre ha una resa più marcata in un range di pedalata basso, per i miei gusti, 60-85 rpm. Oltre questo regime perde un po’ di spinta e di supporto.
Nel settaggio River (blu) ogni tanto questo rendimento sulle rpm medio basse ha una sorta di risposta a pulsazione quando si spinge parecchio di gambe. Sembra quasi che il motore non riesca a seguire l’input del sensore di coppia e ha un attimo di stallo.
Avrei voluto provare anche una mtb con questo motore, ma purtroppo non ne hanno vendute troppe e comunque anche gli usati mantengono quotazioni elevate.
La curiosità di vedere il rendimento su terreni tecnici in salita, paragonandolo al mio Shimano e8000 che ho sulla emtb è tanta ma probabilmente resterà nei miei progetti.
Ho paura che la coppia non sia abbastanza per gestire tutte le fasi di una salita tecnica. Perciò se la ‘poca’ potenza può aiutare a non perdere aderenza, credo sia un limite quando il terreno si fa difficile e la pendenza a doppia cifra.
Su sterrate e asfalto invece il rendimento è buono e ben presente, consentendo di togliersi belle soddisfazioni, pur restando imparagonabile con la sensazione di potenza che danno le emtb full power.
Con il River si hanno prestazioni inferiori al vecchio Bosch con coroncina in tour su asfalto, anche spingendo con forza.
Probabilmente una persona più leggera potrebbe avere sensazioni diverse. Comunque io nonostante il peso pedalo 10000 km annui e 120000 metri di dislivello, quindi fermo non sono. Ma l’handicap del peso probabilmente è quello che crea maggiori problemi alla motorizzazione Fazua.
In Rocket(rosso) la spinta non è mai così turbo come sulle classiche motorizzazioni. E’ presente ma non molto diversa dal blu, quindi non fa venir voglia di insistere troppo, anche perché i consumi a quel punto diventano preponderanti e la batteria risulta decisamente inadeguata non consentendo nemmeno 1 ora di autonomia (35 minuti per me).
Sporadici scricchiolii, controllo del posizionamento del sensore di velocità sul raggio e difficoltà con il sistema di fissaggio del motore al telaio sono i problemi più comuni che ho riscontrato in questi 6 mesi di utilizzo. Ad oggi la bici ha circa 3000 km. Ne sono sufficientemente soddisfatto, con pro e contro.
Non la consiglierei a chi non è pronto a pedalare con ‘voglia’. Non è una bici che ti porta, le piace ‘accompagnarti’. Allora ha una autonomia notevole. Se avete domande chiedete. Spero che questo sia utile a qualcuno per farsi un giudizio generale prima di scegliere.
Saluti Gianluca.