Aiutateci, STATE A CASA e tutto andra' bene

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Ciao, bimbi oggi facciamo un post poco più serio. Abbiate pazienza. Ci chiamate eroi, mettete fuori dagli ospedali striscioni in cui vi fate sentire con noi e VI RINGRAZIO per questo, ma non siamo eroi. Siamo i soliti operatori sanitari (medici, infermieri, oss) che lavorano allo stesso modo. Vorrei che foste voi, adesso, gli eroi di questo periodo: cercate di seguire le disposizioni che vengono date dal ministero. Non uscite se non necessario, non spostatevi dalla zona rossa. Non affollate luoghi chiusi. Se dovete andare, giustamente, al supermercato per comprare del cibo e fare la spesa, assicuratevi di non essere troppi e state a distanza di sicurezza dalle altre persone. Non andate in locali la sera e se volete uscire per una passeggiata siate coscienziosi e non state addosso ad altre persone estranee e soprattutto non fatelo tutti i giorni ma che siano uscite molto sporadiche. Lo so che fa strano, che non è “normale” condurre una vita così. C’è chi ora non va più a scuola, in università, tanti lavoratori sono a casa, mentre altri ancora non chiudono l’attività o non possono chiuderla ed è necessario che si vada a lavoro. Capisco bene che vedere una persona cara o da noi conosciuta e non poterla avvicinare sia strano ed anche poco emozionale per come siamo abituati. Ma forse ora l’essere eroi significa fare queste cose che di eroico sembrano non avere nulla ma vi garantisco che dagli ospedali sono le uniche poche cose che possono davvero fare la differenza. L’eroe è quella persona che supera l’ordinario per compiere gesti straordinari e che vanno al di là della consueta normalità… bene, se vogliamo usare la parola “eroi” usiamola, ma siate voi i primi a rendervi straordinari davanti a tutto questo.
 

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Ale.Pugliese
Modena, Italy

23.02.20. Diario di bordo, ore 05.43, condizioni attuali.
Turno di notte difficile: io che vedo le vostre storie alle feste di carnevale, io che lavoro e alla radio mandano uno speciale di Ultimo per tutta la notte (radio difettata che non permette di cambiare frequenza radio). Ad ognuno, la propria mascherina
 

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Non siamo eroi. Siamo PERSONE in carne ed ossa.Non siamo immuni alle malattie, nemmeno alle più brutte. Alcune persone non sanno nemmeno quale sia il nostro lavoro, ci trattano con sufficienza, altri invece ti portano la colazione, ti regalano 100 confezioni di Ferrero Rocher per ringraziarti di come li hai accuditi.
Sono infermiera dal 26 novembre 2019, cioè da nemmeno 4 mesi, eppure mi sono ritrovata in questa trincea a combattere, inaspettatamente, perché non sono stata affidata ad un reparto covid. Sinceramente pensavo non arrivasse mai in Italia sto maledetto. Ma il virus non sa di essere affidato ad un particolare reparto. Lui non sa dove andare, lui non resta a casa.
Sperando che questo periodo di merda passi presto, noi ce la stiamo mettendo tutta, con le mani, con il cuore, con il sangue, con il sudore.
Stay human. Siamo persone. Siamo tutti uguali davanti al nemico. Piangiamo e abbiamo tutti paura. Ma noi non possiamo permettercelo.
Uniamoci.
Martina, un'infermiera. galliera.jpg
 

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Mentre il mondo si ferma, quello sanitario deve invece raddoppiare la velocità. Ancora prima che venisse dichiarata la pandemia e il Governo attuasse restrizioni per i cittadini, a infermieri, medici e personale sanitario sono state declinate ferie, recuperi, riposi. Tutto annullato fino a giugno, che in confronto al 3 aprile è ancora più impegnativo!

Ma Noi siamo rimasti, insieme, in ospedale, senza replica. E siamo qui, in prima linea, dal lunedì alla domenica, di giorno e di notte. E’ la nostra “guerra”, e quello che vogliamo è vincerla per noi, i nostri cari e per tutti Voi.

A chi in questo periodo si sentisse tanto furbo da pensare di violare le regole, a cui viene semplicemente chiesto di stare a casa, ai tanti giovani (e meno giovani) vorrei chiedere solo una cosa: se domani tutti i medici, infermieri e operatori sanitari ci svegliassimo e decidessimo di non andare a lavorare, di prenderci il riposo che ci spetta, perché abbiamo bisogno di stare a casa, di staccare, voi cosa pensereste? Sicuramente che vi stiamo abbandonato in un momento così particolare.

Ecco, la stessa cosa la pensiamo noi quando vediamo che la gente non accetta queste restrizioni, sicuramente non semplici, ma davvero importanti. Lo pensiamo ogni qualvolta vediamo immagini di centinaia di persone in fila ai supermercati, oppure quando osserviamo gente ai giardinetti come se nulla fosse. Credetemi, senza il vostro impegno e aiuto, tutti i nostri sforzi sono vanificati!

Vi prego, abbiate almeno rispetto di chi al vostro contrario non festeggia, non esce, ma deve lavorare il doppio per garantire anche a voi, tra un mese, si spera, di uscire dalla zona rossa. Abbiate rispetto di quei padri e di quelle madri, fratelli e sorelle che lavoreranno a contatto con il COVID-19 (con la paura celata dietro una mascherina), ma che sino a fine emergenza non baceranno e abbracceranno i propri cari. Abbiate rispetto per i lavoratori fuori sede, per i quali quegli affetti sono lontani, e per i quali rientrare a casa dopo un turno stressante e non trovare nessuno diventa ancora più triste.

Abbiate rispetto per chi, non solo a causa del coronavirus, sta lottando tra la vita e la morte. Abbiate rispetto, solo quello. Il resto lo faremo noi che operiamo nel settore, prendendoci per mano sino a quando non ne saremo usciti, TUTTI INSIEME. Forza, Italia.

Gessica – Infermiera di Medicina d’urgenza blusteak.jpg
 
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Il caldo, la paura, il non poter bere per 5 ore. Il dolore al naso per la mascherina così stretta che quasi non respiri. Il timore di toccarti anche un solo piccolo spazio del viso rimasto scoperto. La vescica piena. Il prurito ovunque. Tutto surreale. Sembrava un film. RESTATE A CASA. Il divano è di sicuro più comodo di un letto di ospedale, ve lo posso assicurare.
#rianimazione #covid_19#infermiera #iononrestoacasa#roma#meglioannoiatocheintubato
 

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la_sharon91
C’ho pensato un po’ prima di postare questa foto, perché mi piace essere in ordine nei miei foto-ricordi e in questa non lo sono affatto. Eppure in questi giorni io, e miei colleghi #infermieri, l’ordine non sappiamo manco cosa sia, perché nel nostro vocabolario è già una parola inusuale ma adesso più che mai! Quello che ci rincuora è tutto l’affetto che le persone ci stanno dimostrando, ma ci tengo a ricordarvi che non siamo
#eroioggi, ci dilettiamo ad esserlo un po’ tutto l’anno se possibile. Turni estenuanti, grande cautela e paura di sbagliare sono emozioni che proviamo ogni qualvolta i nostri tanto odiati zoccoli entrano in corsia, ma adesso è tutto più difficile per cui sì, per un attimo, prima di affrontare a muso duro “questa bestiaccia” che è il #coronavirus con le nostre competenze e capacità ci siamo scattati una foto buffa e abbiamo sorriso, e lo voglio condividere. Per cui se ci vedrete con i capelli arruffati, gli occhi stanchi, e poca voglia di parlare pensate che non siamo professionisti poco simpatici o non disponibili, semplicemente stanchi Esseri Umani che stanno impiegando tutte le energie per salvare i vostri e nostri cari e combattere contro questo mostro che fa paura anche a noi. Ricordatelo non solo ora, nel momento dell’emergenza, ma tutto l’anno perché siamo professionisti 365 giorni all’anno. #iorestoincorsia insieme ai miei colleghi che ringrazio tanto e tutti i sanitari che come me non possiamo fare altrimenti, ma #turestaacasa ! sharon.jpg