Per capire velocemente le potenzialità di bici e motori, ho individuato un veloce giro sul Garda, durante il Bike Festival, un anello di pochi kilometri che mi permettesse di mettere alla prova ebike e motori in diverse situazioni.
Le protagoniste di questa comparativa sono:
Tre emtb diverse, per geometrie, montaggio e soprattutto motore.
La Thok Mig si presenta come la più corsaiola del lotto, con geometrie moderne, carro di soli 450mm, molto corto per una 27+, angolo sterzo di 66° e Reach 426mm (taglia M).
Telaio ben rifinito adotta un quadrilatero con giunto Horst, un montaggio completo di buona qualità, affidato a Shimano e Sram, sospensioni Rock Shox con 140mm disponibili al posteriore e 150mm all’anteriore.
Il motore è Shimano E8000 con 3 modalità di assistenza, batteria da 504 wh posizionata sotto il tubo obliquo, semintegrata al telaio e ben protetta da una “gabbia” in plastica e da una cinghia in gomma. L’unica con la possibilità di montare un portaborraccia.
La Centurion No Pogo è la più equilibrata, geometrie moderne ma non troppo spinte, carro da 468mm e angolo sterzo da 67° e reach 417mm (taglia 43).
Il telaio adotta un cinematismo molto articolato con ben 3 bielle di rinvio, sospensioni Fox dotate di 145mm di escursione alla ruota posteriore e 150mm a quella anteriore, montaggio media gamma misto Shimano/Sram.
Il motore è il super collaudato Bosch Performarce CX, con batteria da 500wh semintegrata sopra al tubo obliquo. Abbiamo a disposizione 4 modalità di assistenza.
La Giant e-full è caratterizzata dalle geometrie piu conservatrici, carro da 463mm, angolo sterzo da 67° e reach da soli 403mm.
La sospensione affidata al solito sistema Maestro di casa Giant offre 140mm di escursione posteriore e 140mm anteriori entrambi affidate ad unita Fox Factory Kashima. Troviamo un gruppo Shimano XT a completare il montaggio.
Il motore è il nuovo SyncDrive Pro, powered by Yamaha, in pratica un’unità PWX con display e comando remoto personalizzato da Giant, dotato di ben 5 modalità di assistenza. La batteria da 500wh è integrata nel tubo obliquo.
Le tre unità sono dotate di 250w di potenza e sono limitate a 25kmh di velocità assistita, come previsto dalla legge.
Shimano: le dimensioni molto contenute, ha un comportamento molto naturale nelle prime due modalità (ECO e TRAIL), specialmente la seconda, assiste bene ad ogni pendenza e ha una buona progressione. La modalità BOOST invece risulta poco modulabile ed in alcuni casi può mettere in difficoltà, se la usiamo in pianura, avvertiremo un fastidioso stacco arrivati alla soglia di 25kmh.
Il motore spinge bene ad ogni regime di pedalata, ma si percepisce un ritardo nello stacco del motore quando si smette di pedalare, si nota specialmente quando ci si sta preparando per un salto e quella spinta indesiderata, potrebbe sorprenderci.
Il display a colori è minimale e ben protetto montato dietro al manubrio, per cambiare la visualizzazione delle informazioni disponibili bisogna agire su un piccolo tasto sulla cornice del display staccando una mano dal manubrio.
Il comando riprende le fattezze di un trigger da deragliatore, molto ergonomico ma invadente, costringe a scendere a compromessi per posizionare il comando remoto che aziona il reggisella telescopico, che a me piace avere il più vicino possibile alla manopola sinistra.
Bosch: lo troviamo montato su vari modelli di molti produttori, ormai è un prodotto conosciuto ed apprezzato per la sua erogazione adatta ad un uso sportivo, le 4 modalità sono bene spaziate e ci permettono di scegliere sempre l’assistenza più adatta per affrontare l’ostacolo davanti a noi, molto utile la spinta aggiuntiva al variare della cadenza tipo quando alleggeriamo la pedalata per cambiare rapporto, lui subito dopo ci da una bella spinta per ritornare velocemente al ritmo di pedalata ottimale. Le modalità più alte potrebbero sorprendere i meno aggressivi specialmente nelle sezioni trialistiche.
Il display montato era il Purion, minimale ed essenziale, integra i pulsanti +- per variare le assistenze e va posizionato in prossimità della manopola sinistra in posizione comoda ma poco visibile.
Il Syncdrive Pro è appena arrivato sul mercato, utilizza un’unità più evoluta rispetto al Syncdrive Sport montato su altri modelli Giant, il feeling è tipico Yamaha, pronto appena si appoggia il piede sul pedale, preferisce ritmi di pedalata non troppo veloci ma potenti, non ha molto allungo, già sui 90rpm ha già dato tutto… siamo costretti a lavorare maggiormente con il cambio per mantenerlo nel regime corretto. Il motore spinge bene sulle salite continue ma mette in difficoltà il rider quando deve affrontare strappi molto ripidi, in pratica un ottimo passista non amante degli scatti. È anche il più rumoroso dei tre.
Il display è piuttosto voluminoso posizionato al centro del manubrio, molto chiaro e leggibile, fornisce parecchie informazioni tra le quali anche la pecentuale di batteria residua.
Il comando dotato di 4 pulsanti, facile ed intuitivo, è integrato nel collare della manopola sinistra, non ho capito se si può staccare ed usare con manopole differenti. Purtroppo ci costringe a posizionare il comando del telescopico in una posizione non ottimale.
Tutte e tre le bici si comportano molto bene, hanno una posizione molto comoda, troverete senza problemi il grado di assistenza più idoneo alla vostre esigenze.
Anche qui si comportano tutti adeguatamente ma con caratteristiche diverse:
Non valutabile in un test breve.
Ogni bici ha evidenziato caratteristiche e peculiarità proprie, che la differenziano dalle altre 2, non esiste una vincitrice assoluta, ma sicuramente troverete quella più adatta alle vostre esigenze, che eleggerete come vostra personale vincitrice del test!
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